Caccia di selezione in Molise, gli Atc a muso duro: «Nessun sabotaggio, Di Pietro ora chiarisca».
La nota congiunta dei presidenti degli ambiti territoriali di caccia molisani.
Dagli Ambiti territoriali di caccia del Molise riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:
«Non siamo contro la caccia di selezione ai cinghiali, non abbiamo nessun pregiudizio e soprattutto non stiamo facendo ostruzionismo, riconosciamo la pratica valida a portare sollievo alle aziende agricole che subiscono danni dai cinghiali, abbiamo solo evidenziato alcune evidenti criticità del regolamento proposto dal consigliere delegato alla Caccia, Cristiano Di Pietro ».
I presidenti degli Atc del Molise, all’unisono, replicano così alle dichiarazioni rese alla stampa da Di Pietro dopo l’ultimo incontro tecnico finalizzato ad attivare i corsi propedeutici per la caccia di selezione in Molise.
«I famosi 327mila euro vantati da Di Pietro, che tra l’altro sono da dividere per i tre Atc, non sono altro che i proventi derivanti dalla tassa regionale non ancora stornata agli Atc da tre anni a questa parte ormai. – continuano i presidenti dei tre Atc molisani – Abbiamo chiesto un tavolo tecnico di concertazione con l’autorità Regionale di competenza, in merito al regolamento. Non abbiamo avuto risposta, salvo poi apprendere che Di Pietro nei giorni scorsi fa approvare il regolamento della caccia di selezione, ma con impegno di spesa zero per la Regione. Si tratta di un regolamento non condiviso, non concertato con nessuno, praticamente imposto da Di Pietro e che crea costi economici insostenibili per gli ambiti. Parliamo di Atc che fanno difficoltà a fare i ripopolamenti, anche perché non sono ancora stati rimborsati per le spese sostenute per le analisi trichinoscopiche e smaltimento carcasse dei cinghiali abbattuti. Quel regolamento carica tutte le spese sugli Atc. L’Atc deve provvedere al centro di conferimento, affitto e allestimento locale, cella frigorifera, corrente elettrica, visite del veterinario, smaltimento pelli e viscere e addirittura deve pagare un tecnico cartografico per la localizzazione dei punti per gli abbattimenti. Ogni abbattimento verrebbe a costare più di cento euro, assolutamente insostenibile. Tra l’altro quel regolamento presenta diverse criticità, come ad esempio all’art. 8, comma 3: «E’ consentito esclusivamente l’utilizzo di armi a canna rigata (carabina) munite di cannocchiale di mira». Così come è scritto si intende anche carabine semiautomatiche. E in merito ai corsi di formazione dei cacciatori, quelli proposti possono essere fatti a scaglioni di 25 partecipanti con un costo stimato e preventivato, da specialisti formatori del settore, di oltre 8mila euro a corso. Nel corso dell’ultima riunione, – chiudono i presidenti dei tre Atc – ci siamo mostrati comprensivi e disposti a ogni collaborazione fermo restando l’apporto delle dovute modifiche al regolamento. Abbiamo consegnato a Di Pietro il regolamento adottato dall’Atc Vastese, dove la selezione avviene a costo zero per l’ambito. Basterebbe copiare quello».