Vigilia dell’apertura della caccia al cinghiale in Abruzzo funestata dall’incidente verificatosi in un’altra regione.
Un diciannovenne escursionista di Ventimiglia è morto per una fucilata all’addome esplosa da un cacciatore durante una battuta al cinghiale. L’episodio è avvenuto stamani verso le 8, nel territorio comunale di Apricale, nell’imperiese. Secondo quanto appreso, il cacciatore lo avrebbe scambiato per una preda e avrebbe esploso un colpo dalla propria carabina ferendolo al braccio e all’addome. Il giovane non faceva parte della battuta. Sul posto sono intervenuti i carabinieri con i vigili del fuoco, il Soccorso Alpino, il personale sanitario del 118 e la Croce Azzurra. E’ stato allertato anche un elisoccorso da Cuneo, che ha trasferito l’equipe medica direttamente sul posto, ma a nulla sono serviti i soccorsi. Ancora molti gli interrogativi da chiarire. Il cacciatore si trova in caserma dove, con i carabinieri, sta ricostruendo la dinamica dei fatti.
E il tragico episodio di cronaca in Liguria rilancia le polemiche circa la oggettiva pericolosità della caccia al cinghiale con il metodo della “braccata“. La tecnica di prelievo prevede una elevata concentrazione di armi, cacciatori e cani in uno spazio più o meno ristretto, spesso impervio, e inevitabilmente si innalza il livello di pericolosità. Per questo da più parti anche, anche dal mondo venatorio stesso, si tende a limitare la braccata preferendo altre tecniche di prelievo, come ad esempio gli abbattimenti selettivi o la girata. Nel gennaio scorso un incidente di caccia costò la vita ad un cacciatore in provincia di Isernia, proprio al confine con l’Abruzzo.
Il tutto avviene alla vigilia dell’apertura della caccia in Abruzzo prevista per domani primo ottobre.