Una proposta di modifica del regolamento per la gestione faunistico venatoria degli ungulati in Abruzzo finalizzata ad aumentare il numero minimo di componenti per la composizione delle squadre di caccia al cinghiale è stata formulata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Domenico Pettinari.
In una nota inviata al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all’assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia, Emanuele Imprudente, e alla direttrice del dipartimento agricoltura, Elena Sico, l’esponente pensastellato propone di innalzare il numero di cacciatori minimo per la formazione delle squadre di caccia al cinghiale in braccata passando dagli attuali dieci a venticinque.
«Preso atto che l’articolo 9, comma 3) del citato Regolamento detta norme sul numero dei componenti della squadra che deve essere composta da un numero di componenti proporzionale all’estensione del territorio assegnato e comunque, di norma, tra dieci e ottanta cacciatori, – spiega Pettinari nel suo documento – si chiede di modificare il numero di componenti di ciascuna squadra, non più tra dieci e ottanta, ma tra venticinque ed ottanta».
Inoltre Pettinari chiede di aumentare il numero minimo di cacciatori per rendere praticabile la braccata: non più sette cacciatori, bensì dieci cacciatori. Il consigliere di opposizione spiega che le sue richieste di modifica del regolamento sono state partorite «su impulso delle numerose richieste pervenute dal modo agricolo, al fine di gestire in maniera più efficace il territorio e il patrimonio faunistico e di provvedere in tempi rapidi all’eradicazione del cinghiale, laddove previsto, contenendo altrove il più possibile la popolazione dei cinghiali entro limiti accettabili e per ridurre i danni all’agricoltura».
«Si precisa infine – chiude Pettinari – che le modifiche proposte sono finalizzate ad una corretta attività di controllo delle popolazioni di cinghiale in Abruzzo, in quanto l’aumento numerico del numero dei componenti delle squadre andrebbe sicuramente ad incidere in modo maggiormente determinante sulle attività di eradicazione del “Sus scrofa”, nella nostra regione».