Dieci vittorie consecutive senza subire gol, la miglior difesa del campionato con 11 reti incassate in 22 partite, ed ancora una sola sconfitta nell’arco della stagione – nessuno ha fatto meglio, Termoli compreso -, il terzo miglior attacco, 69 reti all’attivo pur non disputando il match con la cenerentola Altilia, e una età media della rosa di 21 anni.
Numeri da capogiro per l’Olympia Agnonese targata Michele D’Ambrosio e Antonio Dell’Oglio che sogna ad occhi aperti il ritorno in serie D. Un primato conquistato mattone dopo mattone con sacrificio e una organizzazione affidata ad una politica di austerity che ha rimesso le ali al vecchio Grifone dopo i fasti degli anni passati (ben 14 tornei consecutivi in quarta serie).
Merito di un manipolo di dirigenti che tra lo scetticismo generale ha puntato tutte le sue fiches su giovani semi-sconosciuti e sull’esperienza e professionalità di due tecnici dal passato glorioso. Un cocktail perfetto per una squadra operaia, che senza troppi fronzoli e grandi nomi, sta dimostrando qualità, cinismo e voglia di emergere grazie alla cultura del lavoro, valore aggiunto di un gruppo dimostratosi granitico.
Una rosa, quella granata, capace di interpretare alla lettera il progetto promosso in estate dal trio Mario Russo (presidente), Paolo Scampamorte (direttore sportivo) e Alessio D’Ottavio (responsabile dell’area tecnica) che hanno raccolto i cocci della retrocessione e portato risultati inimmaginabili alla vigilia del massimo torneo regionale.
In alto Molise in pochi avrebbero scommesso un centesimo su quella che si sta rivelando un’avventura entusiasmante che ha come obiettivo principale riempire nuovamente le gradinate del ‘Civitelle’.
“Oggi parlare di miracolo sportivo, consentitemelo, non è una eresia – ammette Mario Russo -. Senza grandi sponsor o entrate alle spalle, con una piazza abituata ad altri palcoscenici, stiamo compiendo una vera impresa calcistica. Credetemi, quanto fatto finora è solo il frutto di una grande impegno e tanto sacrificio. Non posso nascondere come molte persone ci hanno voltato le spalle, ma non ci siamo arresi e abbiamo continuato a portare avanti un progetto al quale crediamo che, tuttavia, non era né scontato, né dovuto. Lo facciamo per amore verso la città e questi gloriosi colori che quest’anno hanno spento le 55 candeline (l’Olympia Agnonese è nata nel 1967 dalla fusione tra Polagno e Olympia Serafica, ndr). Un sentito ringraziamento va alla gente comune, ai nostri impareggiabili dirigenti, ai collaboratori e a quelle piccole e medio imprese che ci sostengono. La serie D? Sognare non costa niente, ma una cosa tengo a dirla: dopo aver preso consapevolezza delle potenzialità di ragazzi eccezionali sotto tutti i punti di vista, mi torna in mente l’esempio del nostro capitano Mancino alla vigilia della sfida di Sesto Campano, lotteremo fino all’ultimo respiro per riportare l’Agnonese dove merita”. Parola di Russo.
Le contendenti alla vittoria finale sono avvisate…