“Negli anni passati la mia gestione aveva già affrontato le problematiche connesse a tempi e specie e collegate ai pareri Ispra. Nel merito, con congrui e puntuali aggiornamenti tecnici, avevamo superato tutte le eccezioni fino a determinare il ritiro delle impugnazioni tre anni orsono garantendo a tutti i cacciatori di poter usufruire delle preaperture e del mese di settembre per esercitare la caccia senza problemi”. E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo che aggiunge: “Fummo accusati di essere fautori di invenzioni non giustificate dalle stesse persone che oggi, affabulando questa Giunta regionale e questo assessore, hanno rideterminato con i loro semiprofessionistici consigli, di nuovo, il blocco dell’esercizio della caccia”.
“Noi ci eravamo ben guardati dall’ascoltare questi “scienziati” – prosegue Febbo – e avevamo posto le basi per stare tranquilli negli anni a venire ma ciò non è servito a nulla. La stoltezza di alcuni ci sta riportando indietro di anni su tematiche già ampiamente risolte, cosi come la cecità e superficialità di questa Giunta e di questo assessore hanno fatto il resto. Stilare una programmazione venatoria corretta non è compatibile con mediazioni tecnico-giuridiche da bar dello sport e questa sospensiva ne è la dimostrazione in quanto, se ve ne fosse bisogno, giustifica ampiamente le scelte organizzative del mio assessorato laddove ci eravamo dotati di persone e consulenti capaci e preparati per far fronte a una emergenza, rappresentata dalla farraginosità normativa aggravata dalle impugnazioni delle associazioni animaliste, che andava avanti da troppo tempo”.
“In un colpo solo siamo tornati indietro di anni e non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Adesso l’assessore Dino Pepe si prenda le sue responsabilità per aver privato i cacciatori di un mese di attività venatoria e valuti la possibilità di rassegnare le dimissioni da una delega che ormai dimostra di non saper e poter gestire”.