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  • Capitale italiana della cultura, Roberti benedice la candidatura di Agnone: “Ce la possiamo fare”

    Comune, Provincia e Regione: tutti appassionatamente insieme per inseguire il sogno di Agnone Capitale italiana della cultura 2026. Ognuno farà la sua parte, quanto ribadito nella sala consiliare di Palazzo San Francesco dal sindaco, Daniele Saia, dal presidente della Provincia di Isernia, Alfredo Ricci e dal presidente della Regione, Francesco Roberti.

    “E’ un sogno che può diventare realtà, crederci e lavorare è quello che dobbiamo continuare a fare. Sono convinto che la candidatura di Agnone, che la sua storia, la cultura, le sue tradizioni, rappresentino al meglio quella degli altri 135 comuni molisani, che oggi sono orgogliosi di poter essere rappresentati a livello nazionale dall’Atene del Sannio. Remare tutti nella stessa direzione può fare la differenza. Come Regione non ci tireremo indietro e supporteremo il progetto, che ripeto, può essere raggiunto” le parole di Roberti in alto Molise con gli assessori Andrea Di Lucente e Salvatore Micone.

    “Non solo Agnone, ma parlerei di un’intera regione che cerca riscatto con questa candidatura, così ambiziosa quanto perseguibile. Il percorso è lungo e difficile, ma al tempo stesso si hanno tutte le possibilità per giocarcela” ha detto Micone, neo assessore alla Cultura e Turismo. “E’ finito il tempo di piangerci addosso – ha sottolineato Di Lucente – se oggi il Molise vuole mettersi al passo con altri territori ha necessariamente bisogno di far emergere le sue potenzialità mettendo in campo le migliori forze sia nell’ambito pubblico che in quello privato”.

    In una sala consiliare stracolma di cittadini e amministratori locali, presentato il dossier che entro fine settembre verrà portato a Roma e sottoposto all’attenzione della commissione chiamata a giudicare le 26 pretendenti al titolo. A riguardo la docente dell’Unimol, Letizia Bindi ha illustrato il logo composto da un elemento caratterizzante che riguarda il fuoco, di casa nella patria delle campane. “Fuoco dentro, margine al centro”, il titolo del dossier che intende far tornare la periferia al centro dello scacchiere italiano. “L’idea di riportare la centralità delle aree interne al cuore del dibattito e dell’azione culturale del Paese avendo il fuoco quale fil rouge, che non si limiti solamente all’importantissima Ndocciata, ma possa svilupparsi su altre linee legate alla metallurgia, all’arte degli ori e degli argenti, al mondo rurale, alle filiere del cibo, è quanto ci siamo prefissati sperando di giocarci la carta giusta” ha rimarcato la Bindi, anima e braccio operativo nella stesura della documentazione.

    “E’ un’occasione irripetibile, una vetrina fondamentale per il futuro, nonché un trampolino di lancio per far conoscere all’intera nazione un patrimonio spesso sottovalutato ma invidiato dai veri cultori. Inutile dire che raggiungere questo traguardo significherebbe ridare slancio alle attività artigianali, commerciali e turistiche fulcro dell’economia locale” la chiosa del primo cittadino, Daniele Saia che annuncia, se Agnone dovesse diventare Capitale italiana della cultura, la realizzazione di quattro Ndocciate a Roma, Napoli, Venezia e Bruxelles. Come dire: sognare non costa niente.

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