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  • Carne non tracciata: sequestrati 50 quintali di cinghiale e capriolo

    (ANSA) – SIENA, 13 MAR – Oltre 50 quintali di carne di selvaggina cacciata, è stata sequestrata e ritirata dal mercato perché priva di tracciabilità, lavorata o conservata in stabilimenti senza i necessari requisiti sanitari. E’ il risultato dell’attività investigativa condotta dai carabinieri forestali di Montalcino (Siena) sulla filiera commerciale di valorizzazione delle carni di selvaggina cacciata. Dalle indagini, che hanno interessato le province di Siena, Pisa, Firenze e Grosseto e che si sono svolte con il contributo di tre dipartimenti di prevenzione Asl, è emerso che la società che svolgeva il commercio all’ingrosso delle carni provenienti dall’attività venatoria svolta nell’Ambito Territoriale di Caccia 3 Siena Nord, ha “sistematicamente disatteso le principali norme sanitarie e di rintracciabilità degli alimenti di origine animale, la lavorazione, il deposito, l’etichettatura e la messa in commercio sia allo stato fresco che conservato”. La carne sequestrata “non riportava profili di rischio per la salute pubblica”.

    Una notizia che interessa non solo il mondo venatorio, ma anche i sempre più numerosi consumatori di selvaggina, carni dalle eccezionali proprietà che può rappresentare un’alternativa eco-sostenibile, drug-free e completamente biologica ai prodotti provenienti dagli allevamenti intensivi. Recentemente anche la Regione Abruzzo e ultimamente il Molise hanno dato l’ok alla filiera di carni selvatiche.

    • foto di repertorio

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