CASTIGLIONE MESSER MARINO – Riceviamo da Fabio Mucilli, originario di Castiglione Messer Marino, e pubblichiamo:
E’ lodevole l’iniziativa del dottor Epimenio Ramundo sulle imminenti elezioni amministrative, sia perché portata avanti alla luce del sole (come si desume dall’intervista rilasciata all’Eco dell’Alto Molise e Alto Vastese), sia perché incentrata su alcuni obiettivi essenziali, entrambe caratteristiche non frequenti nelle fasi preelettorali (quasi sempre confinate tra i pochi che operano ‘nella’ politica e incentrate sul ‘chi’ piuttosto che sul ‘cosa’).
Da cittadino elettore ed osservatore il più possibile attento alle cose di Castiglione Messer Marino non posso però esimermi dal fare una considerazione sull’approccio di fondo (anzi sul ‘presupposto’) che muove questa iniziativa (“questo programma ha senso solo se si porta avanti in maniera unitaria”) e sull’eccessiva semplificazione che si cela dietro l’affermazione sul “ripetersi della sterile contrapposizione delle solite due liste”.
Non credo sia sfuggito a nessuno che nel Consiglio comunale di Castiglione ormai da sei anni (l’anno di commissariamento e i cinque anni della terza amministrazione Di Lizia) non c’è rappresentanza di minoranza (o di opposizione, che dir si voglia) e che questa condizione costituisca un vulnus alla rappresentanza democratica (è dalla presenza del controllo sull’attività di chi governa e di un’alternativa possibile all’amministrazione in carica che si qualifica una democrazia).
Orbene, vogliamo rendere questa condizione permanente?
Non si capisce quindi perché, se c’è la convinzione di proporre un’opzione politica con caratteri di trasversalità rispetto ai tradizionali (e ormai di gran lunga superati) schieramenti politici e incentrata su alcuni obiettivi programmatici, questa debba essere una “lista unica” e non già una delle opzioni in campo.
Vivaddio, non facciamo mancare ancora una volta una salutare occasione di confronto, su obiettivi, strategie, modi diversi di conseguirli; confronto dialettico e non già sintesi a priori della volontà (e dell’interesse) di pochi, che precluderebbe alla comunità qualsiasi possibilità di scelta tra alternative.
D’altronde, qualora si volesse trovare una motivazione in termini di efficacia, non penso proprio che si possa ritenere che i limiti dell’azione dell’Amministrazione uscente (ma non è questa l’occasione per parlarne) siano attribuibili in alcun modo ad azioni di ostruzionismo da parte di un opposizione che non c’è stata.
Quindi, ben venga (se trovasse le condizioni per realizzarsi) questa candidatura, ma non a condizione che sia un “listone”, di cui non c’è (almeno per quanto mi riguarda, ma sono convinto che su questo possa essere d’accordo la stragrande maggioranza dei nostri concittadini), alcuna nostalgia, necessità e utilità.
La dialettica ed il confronto sulle cose da fare sono la precondizione per assicurare a tutta la comunità la possibilità di sentirsi partecipe e protagonista; piuttosto, la condizione da superare è la convinzione, purtroppo molto diffusa, come ho già avuto modo di scrivere, che non ci sia nulla da fare che non sia la gestione di una lenta ed inesorabile agonia.
Cinque anni fa scrissi che l’assenza di due candidature alternative avrebbe rappresentato, per le elezioni di allora, il funerale della democrazia, aimé, con conseguenze durature (che purtroppo credo che oggi non sfuggano a nessuno).
Bene, un “listone” ne sarebbe la certificazione definitiva.
Fabio Mucilli