CHIETI – Profughi anche a Chieti, scatta la mobilitazione e in piazza scende anche il sindaco.
Bisogna arrivare fino a Chieti per trovare un sindaco che tira fuori gli attributi e difende la sua città da quella che ormai ha assunto le proporzioni di un’invasione autorizzata dalle Prefetture.
Manifestazione di protesta contro l’ipotesi di arrivo di venti migranti a Chieti. E accanto ai manifestanti c’è anche il sindaco, Umberto Di Primio. Un atteggiamento coraggioso e coerente, quello del sindaco teatino, che dista anni luce da quello tenuto dai suoi collegucci dell’Alto Vastese che hanno accettato calandosi le braghe i vari centri di accoglienza già attivi e creando così un precedente per poterne aprire altri a breve. Centro profughi come merce di scambio per qualche posto di lavoro e per l’ovvio tornaconto elettorale.
«Poche ore fa, insieme ad alcuni cittadini e ai candidati delle liste che mi sostengono, ho occupato l’ingresso degli Istituti Riuniti San Giovanni Battista appena ho appreso la notizia dell’arrivo di 20 profughi. – spiega il primo cittadino – Gli immigrati non verranno ospitati all’interno degli Istituti Riuniti San Giovanni Battista di Chieti. Né ora, né in futuro. Gli Istituti Riuniti non si trasformeranno in centro di prima accoglienza o in centro di accoglienza per immigrati. Non permetterò a nessuno di svendere la storica struttura di via dei Cappuccini, il concetto è e sarà uno solo: a Chieti non possiamo accettare che vengano ospitati profughi. Avevo già scritto al Prefetto che era inaccettabile l’idea di ospitare degli immigrati all’interno degli Istituti Riuniti San Giovanni Battista, una struttura situata in centro storico ed accanto ad una scuola primaria, così, questa mattina, appena ho avuto la notizia ho deciso di occupare l’ingresso di via dei Cappuccini per impedire l’accesso ai profughi. A noi si sono uniti anche alcuni dipendenti della struttura. È bastata questa azione per scongiurare oggi l’arrivo dei profughi. Il presidente Recubini nominato da D’Alfonso, faccia le sue strategie di accoglienza altrove».
Stia sereno il sindaco Di Primio e anche i cittadini di Chieti. La Prefettura continuerà a fare quello che ha fatto fino ad oggi: dirottare i profughi nei piccoli centri montani del Vastese dove non ci saranno mobilitazioni o manifestazioni contro i migranti, né sindaci con le palle pronti a difendere il territorio dagli imprenditori della solidarietà a pagamento.
Francesco Bottone
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