ROMA – Non si placa la protesta degli ambulanti che anche ieri mattina hanno manifestato in piazza Bocca della Verità per il secondo giorno consecutivo contro l’ordinanza che impone il loro allontanamento dai monumenti e da tutto il Tridente.
Una trentina di loro, parcheggiati i mezzi, hanno intonato cori non proprio affettuosi all’indirizzo del sindaco Ignazio Marino e della sua Giunta, chiedendo a gran voce un incontro con gli assessori Marta Leonori, (Commercio), e Maurizio Pucci, (Lavori pubblici).
A guidare la protesta alcuni rappresentanti della famiglia Tredicine originaria di Schiavi di Abruzzo.
«Non ce ne andiamo da qui fino a quando qualcuno non ci spiegherà chi si è voluto favorire con questa ordinanza – tuona un operatore – certo non noi che abbiamo queste licenze da decine di anni, molte delle quali sono vecchie di tre generazioni. Ma forse qualche sospetto ce l’abbiamo leggendo i giornali di questi giorni».
Sono in tanti a lamentare e a vivere la decisione dell’ordinanza come un sopruso nei loro confronti. Ottavio aveva il chiosco bar fronte Colosseo, un “pozzo d’oro” come da lui stesso definito visto che una postazione del genere può fruttare anche fino a 1500 euro al giorno. «Ma ci sono le spese, le tasse da pagare, il dipendente assunto. Se fossi davvero ricco come scrivono i giornali, pensa che sarei qui adesso sotto il sole alla mia età invece che a godermi la vita da qualche parte?».
A guidare gli operatori dei posteggi di fascia A, vale a dire gli stalli che hanno goduto fino a oggi di posizioni più che privilegiate in centro o accanto ai più importanti monumenti storici, è in particolare l’Apre-Confesercenti il cui presidente è Alfiero Tredicine, della famiglia Tredicine, indiscussa leader nel settore dell’ambulantato.
«L’Amministrazione deve spiegarci tante cose, noi stiamo portando avanti una protesta pacifica e la continueremo dimostrando a tutti, istituzioni, media, amministratori locali, che con le nuove postazioni gli ambulanti non potranno arrivare alla fine del mese perché non guadagneranno nulla. Abbiamo la prova di questo da parte di chi, in questi giorni, si è messo senza discutere dove ha indicato il Campidoglio».
Per il momento a farlo sono stati soltanto gli operatori di via Carlo Felice, che hanno postazioni permanenti e che lamentano incassi zero anche di sabato.
«In particolare c’è stato un venditore di borse, che stava prima dell’ordinanza in piazza di Spagna, che non ha incassato un euro da sabato scorso», chiosa Tredicine.
Nel frattempo gli operatori lamentano l’avanzata incontrastata degli abusivi, che vengono incontro alle esigenze dei turisti e vendono un gran numero di bottigliette d’acqua.
Il Campidoglio, però, è deciso ad andare avanti e alla protesta degli ambulanti risponde con una doppia convocazione dove sostanzialmente spiega che l’ordinanza va rispettata.
Stamattina, intanto, saranno gli ambulanti con la licenza a rotazione a doversi posizionare nei nuovi stalli indicati dal Campidoglio: lungotevere Oberdan, lungotevere Testaccio, lungotevere Maresciallo Diaz e via della Piramide Cestia. L’intenzione di andare c’è con la certezza, però, che si ripeterà quanto già visto per via Carlo Felice.
«Dimostreremo scontrini alla mano che quelle postazioni sono poco o per nulla redditizie – dice l’ambulante Ottavio – io dovrò iniziare con lungotevere Oberdan dove in pratica si vendono i libri usati e dove non c’è nulla. Se quello è un posto, secondo l’Amministrazione, dove si dovrebbe fermare un turista o un romano per comprare acqua o un panino, mi devono spiegare come si potuti arrivare a una simile conclusione».