«Con l’approvazione definitiva del nuovo testo del regolamento per il contenimento degli ungulati da parte del Consiglio regionale d’Abruzzo non ci sono più alibi per nessuno affinché si mettano in pratica durature e sinergiche azioni per tendere a diminuire drasticamente il numero eccessivo dei cinghiali presenti nel territorio».
Così Camillo D’Amico presidente regionale della Copagri Abruzzo a commento dell’approvazione del regolamento di contenimento degli ungulati. «Adesso sono da avviare con solerzia le inziative atte a cacciare il cinghiale nelle aree cosiddette non vocate (in pratica la zona collinare e litoranea, dove la presenza del cinghiale è considerata incompatibile con le attività antropiche, ndr) laddove insistono le coltivazioni agricole di maggior pregio e qualità e dove s’annidano numericamente le maggiori popolazioni di questo ungulato diventato fortemente presente e pericoloso anche per la pubblica incolumità delle persone. Sarà possibile anche praticare delle attività di contenimento nelle aree di riserva e di tutela ambientale e non è più rinviabile anche attivare la misura specifica del psr Abruzzo 2014/2020 che finanzia la costituzione dell’apposita filiera che potrà far diventare l’ungulato da problema che è oggi a concreta opportunità di lavoro e reddito nell’immediato futuro».
E D’Amico che così conclude «adesso ci aspettiamo una decisa presa di coscienza degli A.T.C. che rivestono un ruolo nuovo e centrale nella gestione e pianificazione venatoria affinché diano contezza e concretezza non solo ad una serie sistematica e numericamente elevata di abbattimento dei cinghiali ma collaborino veramente nella tutela delle produzioni agricole e del reddito degli agricoltori stanchi di subire passivamente danni e di non vedersi rimborsare le perdite a causa delle province che mantengono nelle loro casse soldi stanziati dalla regione ma da loro utilizzate per altro».