“Ci tenevo particolarmente a manifestare ancora la mia solidarietà a tanti amici agricoltori e allevatori, questa mattina giunti a Roma da divere regioni – anche dal Molise -, in occasione della manifestazione indetta dalla Coldiretti sull’emergenza cinghiali e sulla peste suina. Problematiche reali per cui mi sto battendo da anni. Sono tanti infatti i molisani che continuano a subire gravi danni da cinghiale, senza ottenere i dovuti ristori in tempo. Sono tante le imprese agricole e gli agricoltori che temono per le semine in atto e per quelle dei prossimi mesi. E sono tanti i cittadini che rischiano la vita sulle nostre strade a causa di quest’emergenza senza precedenti”.
Così Vittorio Nola dalla Capitale. Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle ha citato i numeri del fenomeno che non si riesce a debellare e indica le possibili responsabilità.
“Oggi il numero di ungulati presenti in Molise oscilla tra i 30 mila e i 40 mila. Cifre spaventose che impongono una seria riflessione sia dentro che fuori le istituzioni: un impegno che non ho mai smesso di stimolare nel solo interesse della collettività. I dicasteri della Salute, delle Politiche agricole e dell’Ambiente, stanno lavorando intanto di concerto tra loro per affrontare in maniera definitiva le eventuali modifiche alla legge 157/1992. Ma non mi stancherò mai di ripeterlo: è ora che il centrodestra la smetta di fare orecchie da mercante e di scaricare responsabilità altrove. Perché come già si sta operando in altre regioni, anche il Molise, in attesa del provvedimento nazionale, dovrebbe emanare una disposizione organica che riguardi questa emergenza e che preveda anche la valorizzazione della filiera delle carni selvatiche. Dal momento in cui l’Ispra consentirà infatti gli abbattimenti da parte degli operatori specializzati anche nelle zone protette, ci si dovrebbe porre il problema della destinazione di queste carni. Un tema – conclude Nola – da tenere in debita considerazione, in particolare in questo periodo di grave crisi alimentare”.