«Da oggi l’Abruzzo avrà a disposizione uno strumento indispensabile per la corretta gestione faunistico-venatoria dei cinghiali che consenta il raggiungimento di densità ottimali della specie, attraverso la destinazione differenziata del territorio, la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio».
Così l’Assessore regionale alle Politiche agricole e alla Caccia, Mauro Febbo che accoglie con grande soddisfazione l’approvazione da parte del Consiglio regionale dello specifico “Regolamento”. Febbo sottolinea come «proprio le problematiche legate alla presenza dei cinghiali, siano particolarmente sentite dagli imprenditori agricoli alle prese con il sempre crescente numero di cinghiali che causa ingenti danni alle colture».
«Innanzitutto – evidenzia Febbo – grazie a questo Regolamento sarà possibile effettuare un preciso monitoraggio degli animali presenti nelle diverse aree del territorio regionale e questo consentirà di mettere in campo tutti gli interventi necessari in termini di prevenzione. Se non fosse passato il regolamento, nelle zone di presenza dell’Orso la caccia al cinghiale non si sarebbe aperta mancando un atto amministrativo a cui poter fare riferimento con il calendario venatorio. Il piano d’azione di tutela dell’Orso marsicano infatti prevede che in queste aree la caccia al cinghiale possa essere effettuata solo con la girata. Inoltre l’Ispra attraverso i suoi pareri, consiglia l’assegnazione delle zone alle squadre dei cinghialai (sempre nelle aree di presenza dell’Orso), in particolare nelle zone di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo. Voglio rimarcare che nonostante il parere dell’Ispra non sia vincolante, basterebbe un ricorso al Tar su questi argomenti che la caccia al cinghiale, in queste aree, venga chiusa con evidenti e gravi ripercussioni per gli agricoltori.
Le attività da svolgere saranno contenute in specifici Piani quinquennali di gestione del cinghiale, su base provinciale, previste proprio dal Regolamento appena introdotto. Sarà necessario procedere alla programmazione degli interventi di gestione quali miglioramenti ambientali, metodi di prevenzione dei danni, piani per il contenimento dei danni al patrimonio agricolo-zootecnico, quantificazione delle presenze minime certe, piani di prelievo, controlli quantitativi e qualitativi dei prelievi. E’ importante sottolineare infine – conclude Febbo – come la nostra Regione si doti di uno strumento innovativo che si pone l’obiettivo della conservazione della specie con il mantenimento di presenze compatibili alle esigenze delle colture agricole e della restante fauna selvatica».