Una vera e propria odissea per una donna di Castiglione Messer Marino che avrebbe dovuto essere sottoposta ad una colonscopia. Avrebbe dovuto, perché a causa di un tampone Covid andato smarrito, la sventurata è stata rispedita a casa per ben due volte dopo aver raggiunto prima l’ospedale di Gissi e poi quello di Chieti.
Questi i fatti. La donna aveva una prenotazione a Chieti per venerdì scorso negli ambulatori di gastroenterologia. Come da prassi il medico curante ha chiesto il tampone Covid prima dell’esame. La paziente è stata chiamata a Gissi il mercoledì prima della visita per effettuare il tampone. L’esame a Chieti era fissato per venerdì, ma giovedì sera la risposta del tampone non è arrivata. «Avendo la colonscopia alle ore 12 – raccontano i parenti – la donna ha comunque iniziato la preparazione, nella speranza che il risultato del tampone arrivasse in tempo utile come le era stato garantito».
La mattina del venerdì la paziente si è recata regolarmente a Chieti, partendo da Castiglione, ma non vedendo nessuna risposta relativa al tampone Covid, è stata dirottata presso il centro operativo del 118. «Il personale molto gentilmente si è messo a disposizione ed è riuscito a rintracciare il tampone, finito inspiegabilmente a Teramo. In reparto, intanto, le hanno detto di aspettare anche fino a sera il responso del tampone perché comunque le avrebbero fatto la colonscopia. – raccontano i parenti della paziente – Calato il sole, nessuna risposta è arrivata e la signora è ripartita per Castiglione Messer Marino». Centinaia di chilometri, due ore di viaggio, un’attesa di mezza giornata in ospedale, tutto inutile, perché senza tampone Covid negativo non si fanno esami endoscopici nella Asl di Chieti-Lanciano-Vasto.
La mattina del sabato, quando la paziente era rientrata a casa in paese, è arrivato il benedetto responso: negativo. «Telefonicamente le hanno riprogrammato la visita per l’indomani. – continuano nel racconto i parenti più prossimi della donna – Nuovo viaggio verso Chieti, ma una volta giunta allo sportello l’hanno rimandata indietro perché per prassi il tampone vale quattro giorni e quindi niente colonscopia, dopo aver effettuato tra l’altro la seconda preparazione.
Quindi due viaggi a Chieti, uno a Gissi per il tampone e due preparazioni per la colonscopia a vuoto. Il tutto per la mala gestione dei tamponi. Chi ripagherà la signora? – chiedono polemicamente in chiusura i famigliari – Sono stati segnalati almeno altri due casi di pazienti, qui in paese, a cui non è arrivata in tempo la risposta del tampone e quindi non hanno potuto effettuare la colonscopia, uno a Lanciano e uno a Vasto».
E la cosa più incredibile è che presso la Asl di Pescara, ad esempio, il tampone Covid negativo non è obbligatorio, come non lo è per la sanità privata. La Asl di Chieti-Lanciano-Vasto ha dei protocolli più stringenti, e probabilmente va anche meglio, fatto sta che dovrebbero funzionare tutti gli ingranaggi della macchina sanitaria. Perché non è concepibile che per un risultato del tampone che non arriva una paziente debba affrontare due viaggi della speranza da Castiglione a Chieti, con tutto il disagio e lo stress conseguenti.