Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha appena firmato una ordinanza con la quale ha dichiarato la zona rossa su tutto il territorio provinciale di Chieti e di Pescara. Il provvedimento avrà effetto dal 14 febbraio e per i successivi 14 giorni.
Una misura dettata dalla necessità di contenere il contagio in aumento nella zona metropolitana di Chieti-Pescara. Nei giorni scorsi il Ministero della Salute ha diramato una nuova circolare che raccomanda l’adozione delle misure più restrittive per i territori colpiti dalle varianti in modo significativo.
Marsilio, sentito il parere dei suoi tecnici, ha pensato di dichiarare la zona rossa indistintamente a Fraine come a Chieti, a Francavilla al Mare come a Castelguidone, ad Atessa che ha molti casi, come a San Giovanni Lipioni, un centinaio di abitanti in tutto, considerando cioè i piccoli centri montani alla stregua dell‘area metropolitana. Succede così che paesini montani con zero casi attivi o addirittura Covid free dall’inizio della pandemia, tipo Fraine appunto, si vedano dichiarati zona rossa perché nelle città sulla costa pare sia irrinunciabile l’aperitivo o lo shopping in centro. Un paradosso e una palese ingiustizia che penalizza ulteriormente le piccole attività e le stesse comunità dei centri minori.
Nel vicino Molise il presidente Donato Toma fa le ordinanze restrittive su base comunale, considerando i contagi reali sul territorio, dichiarando zona rossa Comune per Comune, senza estendere la colorazione all’intero territorio provinciale. Contemperando, in tal modo, le esigenze del contenimento epidemiologico con la necessità di non dare un colpo mortale all’economia locale delle piccole e piccolissime realtà.
Francesco Bottone
Tel: 3282757011
P.S.: Se i sindaci, autorità sanitarie e di pubblica sicurezza nei propri Comuni, facessero sentire la propria voce…