AGNONE – «La libertà di stampa è un tema che riguarda tutti i cittadini, perché il termometro della democrazia».
E quella libertà di stampa e di espressione del pensiero è in forse, viene minacciata e vulnerata non solo dove i pazzi integralisti entrano in redazione con armi automatiche o esplosivo, ma anche ovunque si minacciano i giornalisti, ad esempio con querele temerarie e richieste di risarcimenti al solo scopo intimidatorio, oppure quando i giornalisti non hanno tutele contrattuali, vengono sottopagati e sfruttati.
Sono questi alcuni dei temi toccati ieri pomeriggio ad Agnone nel corso di una chiacchierata culturale tra giornalisti, ospite d’eccezione il cronista di Liberation, Tonino Serafini. Un evento culturale organizzato dal direttore dell‘Eco dell’Alto Molise on line, Maurizio d’Ottavio, al quale hanno preso parte anche il giornalista Rai, già Unità, Giovanni Mancinone, e Armando Bartolomeo in qualità di moderatore.
Il giornalista, agnonese di nascita, ma da oltre mezzo secolo in Francia, caposervizio di Liberation, cioè del quotidiano di riferimento della sinistra francese è stato testimone dei terribili giorni dell’attentato alla sede del giornale satirico Charlie Ebdo. Ha perso degli amici, dei colleghi in quei giorni di follia omicida, ma non la determinazione di andare avanti, di denunciare i soprusi e le storture di un’ideologia integralista che è solo sanguinaria e nulla ha a che fare con la religione e il sentimento religioso dei singoli. Non ha perso la voglia di fare il giornalista, di scrivere, di pensare e far pensare, perché altrimenti gli integralisti islamici avrebbero già vinto. E quei colleghi disegnatori satirici di Charlie oggi sono ospitati proprio dentro la redazione di Liberation.
«Non siamo in guerra, la Francia non si sente in guerra. – ha precisato Tonino Serafini – Non usiamo questa parola a sproposito, perché altrimenti quale parola potremmo usare se fossimo davvero in guerra? La Francia è un grande paese multiculturale e multietnico. L’integralismo islamico riguarda una porzione minoritaria e marginale della popolazione».
E rispondendo ad una precisa di domanda del collega giornalista Giuseppe Di Pietro, presidente dell’AssoStampa Molise, Serafini ha aggiunto: «Certo che la fede religiosa e soprattutto l’integralismo fanatico posso essere oggetto di satira, ci mancherebbe altro».
Una visione laica e liberale, tipicamente francese, che è difficile trovare tra le firme italiane del giornalismo, come ha sottolineato lo stesso Di Pietro parlando, per l’Italia, di «stampa imbavagliata» e «censura di Stato».
«In Italia si è più attenti al palazzo che ai problemi e ai bisogni dei cittadini lettori. – ha puntualizzato infatti Mancinone – Si ha paura di raccontare la realtà per timore di scontentare il potente di turno, la classe politica. Questo atteggiamento deriva dalla condizione precaria dei giornalisti, pagati poco e male, spesso senza contratto e senza tutele».
Francesco Bottone
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