«Il catechismo non lo si può fare in Chiesa, per via delle norme Covid riguardanti le scuole che valgono anche per la catechesi in merito a sanificazioni, pulizie, distanziamento e locale non promiscuo. Dovrei avere una Chiesa chiusa, tipo Sant’Antonillo per poterlo fare, dove mettere banchetti distanziati e avere due percorsi, di entrata e uscita differenziati».
Don Francesco Martino, parroco di Belmonte del Sannio, ribatte così alla sindaca, Anita Di Primio, in merito alla querelle sull’utilizzo di alcuni locali per lo svolgimento del catechismo. Il parroco ha chiesto di poter utilizzare alcune stanze di un immobile per il quale il Comune ha già ottenuto un finanziamento e dunque parte di un progetto per la realizzazione di un ostello della gioventù. «Non posso concedere, pur volendo, quelle stanze, perché sono vincolare al progetto già finanziate. Non posso cambiare la destinazione d’uso» ha spiegato la sindaca Di Primio, invitando quindi il parroco a tenere le lezioni del catechismo in chiesa, «come si fa altrove».
Un suggerimento che non è andato a genio a don Martino, il quale infatti ribatte seccamente: «Rincresce che il Comune di Belmonte del Sannio ignori i protocolli per l’attività scolastica e, come chiarito da nota CEI, per le attività di catechesi verso bambini e ragazzi. Assurda la minaccia finale da parte del Comune di Belmonte del Sannio per ricondurre alla ragione il parroco, frutto di un atteggiamento intimidatorio e prevenuto».