«Non vuole essere una diminutio, – ha commentato a caldo monsignor Camillo Cibotti, vescovo di Isernia-Venafro e, da questa mattina, anche di Trivento – ma vuole essere un affiancamento, da sorelle, in un cammino di fede che si radica anche in una tradizione comune che è quella molisana. Questo stare insieme non vuole sminuire l’identità di un popolo, di una cultura, ma accorparsi vuol dire anche rafforzarsi e arricchirsi a vicenda».
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Con il trasferimento di monsignor Claudio Palumbo presso la diocesi di Termoli-Larino la sede triventina di San Casto ha rischiato lo smembramento tra le diocesi di Isernia, appunto, e l’arcidiocesi di Chieti-Vasto. Poi il Vaticano ha preso una decisione “pilatesca”, che salva capra e cavoli solo nella forma, ma che di fatto altro non è che un accorpamento.
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Il Santo Padre ha nominato vescovo della diocesi di Trivento monsignor Camillo Cibotti, attuale titolare della diocesi di Isernia-Venafro, unendo le due sedi in persona Episcopi. Due diocesi, ma un unico vescovo che presumibilmente resterà nel palazzo della curia di Isernia lasciando Trivento e gli uffici e le strutture diocesane triventine nelle mani di un vicario generale. Un declassamento bello e buono, nonostante le parole di monsignor Palumbo: «Trivento ha il suo vescovo».
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«Questo sia un momento di convinta adesione alla volontà del Signore tramite la parola del Papa che ha usato a sua volta la mediazione della Nunziatura apostolica in Italia. – ha raccomandato il vescovo Cibotti, che dovrà dividersi tra Isernia e Trivento – In queste fasi di passaggio c’è sempre un momento di trepidazione, di confusione e specialmente nei sacerdoti ci deve essere la consapevolezza di una responsabilità che è quella di condividere la scelta che Sua Santità ha fatto: la volontà di Dio che si faccia delle nostre diocesi una famiglia che possa avere più forza e unire i nostri intenti per realizzare i progetti di Dio. Questo cambiamento non vuole svilire o annullare la figura di una identità di diocesi. Siamo due diocesi, che verranno aggregate e accomunate dall’unico vescovo. Spero che questo possa allontanare ogni scoraggiamento. Il timore era di un smembramento, mentre qui si tratta di un accorpamento».