RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE LETTERA APERTA:
DA SCHIAVI D’ABRUZZO UNO SCATTO D’ORGOGLIO PER IL FUTURO DELLE AREE INTERNE DI ABRUZZO E MOLISE: PURA UTOPIA O LUCIDA FOLLIA?
Caro direttore,
come è noto, a Pescara, Montesilvano e Spoltore il prossimo 25 maggio i cittadini avranno a disposizione anche la scheda referendaria per scegliere di andare verso la costituzione di un unico comune metropolitano (“la Grande Pescara”), mentre a Sulmona e dintorni si discute da tempo dell’eventualità di ripensare il territorio (www.ripensiamoilterritorio.it) attraverso la costituzione di un comune unico del centro Abruzzo.
E nella parte più periferica dell’Abruzzo e del Molise cosa accade? (è di estremo interesse a questo proposito la “Classificazione del territorio” tratta da uno studio di UVAL-UVER-ISTAT).
Il nulla più assoluto, con una classe politica che andrebbe invece inchiodata alle proprie responsabilità, prima fra tutte di non essere stata capace di incidere seriamente (e di continuare a non farlo) in qualsiasi scelta, decisione, azione che vada oltre i “recinti” (invisibili e inesistenti) dei territori comunali.
E’ evidente a chiunque abbia esperienza nel campo delle politiche territoriali come l’Alto Vastese nei documenti di programmazione e di pianificazione territoriale sia considerato un territorio “residuale”: che si vada dal Quadro di Riferimento Regionale (QRR) al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), passando per tutti gli strumenti di programmazione degli interventi in campo di infrastrutture e servizi, è fin troppo palese l’assenza di una visione strategica per questo “territorio di confine”; così come è ormai evidente per tutti (anche per i più recalcitranti) che il confine regionale tra Abruzzo e Molise non possa e non debba più costituire in alcun modo “barriera” per azioni comuni e convergenti tra i rispettivi territori e che i “recinti” comunali siano ormai (già da qualche decennio) più che inadeguati per operare in modo efficace nel campo dell’amministrazione e del governo del territorio.
Non è questa la sede per entrare nel merito delle questioni, ma mi preme evidenziare che la concomitanza a Schiavi d’Abruzzo delle elezioni amministrative con le elezioni regionali, unita al fatto che la conferma dell’amministrazione uscente venga data da tutti per scontata (con il rischio, dopo il grave, pessimo precedente di Castiglione Messer Marino, della presentazione di una sola candidatura a sindaco e dell’assenza di una minoranza in consiglio comunale) dovrebbe far riflettere sull’opportunità di fare di queste elezioni l’occasione per un grande dibattito pubblico sul futuro delle aree interne dell’Abruzzo e del Molise, mettendo a confronto le migliori energie professionali ed intellettuali (che pure il territorio ha espresso e continua ad esprimere) con chi in altre parti dell’Abruzzo e del Molise (e non solo) sta cercando di operare su questi temi con il necessario approfondimento, in modo serio e responsabile.
Poco più di un anno fa in una lettera aperta auspicavo che le condizioni di contesto (la profonda fase di cambiamento dell’attuale sistema politico) potessero essere di aiuto per incentivare un ricambio consistente della classe politica a livello locale e che il notevole peggioramento delle condizioni di vivibilità (principalmente in termini di riduzione dei servizi sanitari – la vicenda infinità dell’ospedale di Agnone è emblematica – e di imminente collasso del sistema della viabilità – con le ripetute interruzioni del traffico veicolare) potesse favorire uno scatto di reni da parte di chi subisce gli effetti delle scelte sbagliate e delle inadeguatezze di chi amministra.
In questo senso le elezioni amministrative di Schiavi d’Abruzzo, per il momento particolare e le condizioni di contesto in cui cadono, possono costituire un’occasione a cui guardare con speranza per un inversione di tendenza: d’altronde Schiavi d’Abruzzo ha già nel nome e nella posizione geografica tutte le caratteristiche per farsi da subito palcoscenico di livello sovraregionale per un confronto tra le posizioni in campo: tra chi (l’attuale ceto politico) ha assunto (e assume) come orizzonte della propria azione la gestione dell’esistente, con l’implicita convinzione che si tratti di un territorio destinato a morte naturale, e chi vuole candidarsi a rappresentare la possibilità di un’inversione di rotta e di tendenza, operando in sintonia con quanto già di nuovo sta accadendo sul tema delle aree interne dell’Appennino a livello nazionale ed europeo e, soprattutto, proponendo un modo nuovo di affrontare la gestione della cosa pubblica, che renda più partecipe la popolazione e, soprattutto, che operi in modo trasparente nell’utilizzo delle risorse.
Da qui la proposta.
Una lista di candidati aperta ai cittadini residenti a Schiavi d’Abruzzo che auspicano dopo tanti anni un cambiamento nell’amministrazione comunale, ma anche a chi nell’Alto Vastese e nell’Alto Molise ritiene che i “recinti” comunali vadano superati per andare verso una riorganizzazione istituzionale più adeguata ad affrontare le sfide della contemporaneità e, non da ultimo, a chi ha lasciato (per necessità o per scelta) il territorio di origine e intende comunque occuparsi a pieno titolo delle proprie radici con uno sguardo rivolto al futuro.
Una lista che guardi al Comune di Schiavi d’Abruzzo, per svolgere la necessaria e doverosa azione di controllo dell’attività amministrativa , capace di elaborare proposte utili per la comunità, ma che abbia una particolare attenzione alle politiche sovracomunali e alla riorganizzazione istituzionale.
Una lista che sappia essere, anche attraverso la presenza nelle istituzioni, soggetto aggregatore a livello territoriale di quanti condividano la necessità di un cambio di rotta e che si renda soggetto protagonista nel dibattito sulle aree interne dell’Appennino.
Una “Lista per Schiavi, d’Abruzzo e Molise”.
In molti diranno che i tempi sono stretti, che bisognava pensarci prima, altri che i tempi non sono ancora maturi, ma ci sono in realtà tutte le condizioni per dare la propria disponibilità: basta il certificato di iscrizione nelle liste elettorali e l’accettazione della candidatura (non è necessario raccogliere le firme per la sottoscrizione della lista, trattandosi di un comune con popolazione inferiore a 1000 abitanti); la lista potrà essere presentata a partire da venerdi 25 alle 8:00 fino a sabato 26 alle 12:00.
Perderemo anche questa occasione?
Fabio Mucilli