Notte di fiamme, emozioni e romanticismo quella vissuta ieri lungo il corso di Agnone, dove si è svolta la tradizionale Ndocciata, il rito del fuoco più grande al mondo. Migliaia di persone, provenienti da ogni angolo d’Italia e dall’estero, si sono riversate nella cittadina molisana per partecipare a un evento che appassiona e unisce storia, tradizione e spettacolo in un’atmosfera unica e suggestiva.
“Un momento magico che ci riconcilia con le nostre radici e ci scalda il cuore”, ha commentato Maria, una turista proveniente da Roma. “Sono venuta apposta da Napoli con la mia famiglia, e sono rimasta senza parole: è un’esperienza che porterò sempre nel cuore”, ha aggiunto Giovanni, padre di due bambini entusiasti di aver visto lo spettacolo.
Ad aprire la serata è stata la Fanfara del 10° Reggimento Carabinieri Campania, diretta dal maestro e luogotenente Luca Berardo, che ha incantato il pubblico con un doppio appuntamento: un concerto di brani natalizi al teatro Italo Argentino e una performance itinerante lungo le vie cittadine. La musica, solenne e vibrante, ha creato un crescendo di emozioni, accompagnando i presenti verso il momento più atteso: l’accensione delle maestose torce di legno, le ndocce dall’altezza di tre metri, che hanno trasformato il corso principale in un fiume di luce e calore, suscitando applausi e commozione.
“Siamo arrivati da Bari con un gruppo di amici camperisti, e vedere queste fiamme danzare nella notte è stato mozzafiato. Qui si respira l’anima del Molise”, ha raccontato Serena, visibilmente emozionata. Tra i presenti, anche tanti emigranti rientrati per l’occasione.
“Sono tornato appositamente dal Canada con la mia famiglia per partecipare alla Ndocciata che rievoca in me ricordi bellissimi. Sensazioni che ho cercato di far vivere a mia moglie e alle mie figlie, nate oltreoceano”, ha detto Renato, residente a London.
La visione delle ndocce accese ha suscitato ricordi e nostalgie: “Ogni anno è come se fosse la prima volta. Poi viverla da protagonista è davvero speciale”, ha dichiarato emozionato Mario, portatore di ndocce da oltre venti anni.
Dietro la perfetta riuscita dell’evento c’è stato un impegno straordinario da parte del Comune di Agnone e della Pro Loco, che hanno lavorato a lungo per garantire un’esperienza memorabile. Presenti tra gli altri alla manifestazione il presidente della giunta regionale, Francesco Roberti, l’assessore, Michele Iorio, il delegato al Turismo, Fabio Cofelice e l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, nipote del presidente della Repubblica.
La partecipazione è stata massiccia: centinaia di famiglie, bambini e camperisti hanno affollato la città, rendendo questa edizione della Ndocciata un momento di aggregazione e gioia condivisa. Non sono mancate, inoltre, le presenze istituzionali di rilievo, con rappresentanti della Regione Molise che hanno voluto sottolineare l’importanza di valorizzare una tradizione che è patrimonio culturale e identitario.
La manifestazione è stata arricchita da numerosi eventi collaterali, tra cui l’inaugurazione della mostra fotografica “Custodi del fuoco” di Francesco Zizola, ospitata a Palazzo San Francesco. L’esposizione, aperta al pubblico 24 ore prima della Ndocciata, racconta attraverso immagini straordinarie l’intenso legame tra l’uomo e il fuoco, rievocando lo spirito profondo di questa tradizione millenaria.
A completare un fine settimana già ricco di emozioni, il concerto dell’Orchestra Sinfonica del Molise, “I suoni del Molise in cammino verso il Giubileo”, ha incantato il pubblico del teatro Italo Argentino. L’esibizione, che ha chiuso la serata, è stata un viaggio musicale attraverso le radici culturali e spirituali della regione, suggellando un week-end indimenticabile per residenti e visitatori.
Per chi non ha potuto partecipare, l’appuntamento con la Ndocciata si rinnova il prossimo 24 dicembre, in concomitanza con la Vigilia di Natale. L’evento sarà accompagnato dal Presepe Vivente più longevo del Molise, organizzato come ogni anno dal Cenacolo Culturale ‘Camillo Carlomagno’, per offrire un’altra serata di tradizione e spiritualità. Agnone, con la sua Ndocciata, si conferma ancora una volta un simbolo vivente di come il fuoco possa unire comunità e culture, accendendo non solo le strade ma anche i cuori di chi ha la fortuna di partecipare a questo spettacolo unico al mondo.
Un appello per le aree interne – Tuttavia, questo momento di festa e unione non può far dimenticare le difficoltà che le aree interne stanno vivendo. Agnone e tutta la diocesi di Trivento, alla quale la città appartiene, stanno affrontando una fase complessa, aggravata dalla recente partenza del vescovo Claudio Palumbo (ieri ad Agnone, ndr), trasferito a Termoli. La comunità è ora senza una guida spirituale stabile, una situazione che rende ancora più urgente l’attenzione verso territori montani spesso dimenticati da politica, istituzioni e ora, si spera, non dalla Chiesa tra gli ultimi baluardi.In questo scenario, la Ndocciata non è solo una celebrazione, ma anche un grido di speranza e di richiesta di sostegno. “Non lasciamo che le nostre radici si spengano. Eventi come questi ci ricordano quanto le piccole comunità possano dare, ma hanno bisogno del supporto di tutti”, le parole di don Francesco. Che questa fiamma possa continuare a bruciare, portando luce e attenzione su una terra che merita di essere valorizzata e protetta.