Si è da poco conclusa la campagna di controlli dei Carabinieri Forestali sul rispetto della normativa vigente in materia di utilizzo professionale e conservazione dei prodotti fitosanitari in agricoltura, che ha dato seguito ad analoga campagna svolta lo scorso anno sugli esercizi di vendita degli agrofarmaci.
La campagna, di particolare rilevanza ai fini della protezione dell’ambiente e per la tutela della salute umana, ha visto impegnati tutti i Reparti dei Carabinieri Forestale della provincia di Campobasso con l’obiettivo di verificare l’osservanza delle norme vigenti riguardanti le pratiche di corretto utilizzo dei pesticidi da parte degli utilizzatori professionali.
Solo una modesta parte dei trattamenti fitosanitari raggiunge infatti l’organismo bersaglio, mentre la maggior parte si disperde nelle matrici ambientali (aria, suolo ed acqua) contaminandole, persistendo in esse per tempi più o meno lunghi ed esponendo, direttamente o indirettamente, agli effetti tossici non solo le biocenosi coinvolte (animali e piante) ma anche gli agricoltori come utilizzatori diretti, le popolazioni residenti, soprattutto se appartenenti a gruppi più vulnerabili (anziani, bambini e immunodepressi) e tutti noi come quali consumatori finali delle produzioni agricole e zootecniche.
L’impiego di fitofarmaci richiede perciò estrema attenzione e conoscenza dei rischi legati ad un uso improprio ed è per questa ragione che dal 2015 la normativa di settore prevede che possano essere adoperati solo da soggetti muniti di specifica autorizzazione, possano essere distribuiti solo mediante attrezzature periodicamente manutenute e con annotazione di ogni singolo trattamento su un apposito registro aziendale.
Le verifiche sono state condotte su tutto il territorio della provincia di Campobasso ed hanno riguardato 67 aziende, per lo più dedicate a colture cerealicole nell’entroterra molisano ed alla produzione ortofrutticola nel basso Molise.
Nel corso dei controlli i militari hanno riscontrato violazioni in materia di istituzione e tenuta del registro dei trattamenti, uno strumento necessario per avere conoscenza dei prodotti, delle quantità e della frequenza delle somministrazioni alle colture e che in diversi casi è risultato assente, non aggiornato o non correttamente compilato. In altri casi si è accertata la mancata manutenzione delle macchine irroratrici, con possibilità di distribuzioni incontrollate e conseguenti ricadute negative sull’ambiente. Le inosservanze accertate hanno portato i militari a contestare violazioni amministrative per importi che vanno dai 500 ai 1.000 euro cadauna ed in un caso al deferimento di una persona all’Autorità Giudiziaria.
L’attività svolta ha restituito un dato che, seppur apparentemente poco significativo, desta comunque preoccupazione: il 16% circa delle aziende utilizzatrici non è risultata infatti in regola con quanto prescritto dalla normativa, evidenziando, quindi, possibili fattori di rischio per gli operatori stessi, per la popolazione residente nelle aree limitrofe nonché per l’ambiente.
I Carabinieri Forestali continueranno, pertanto, ad operare per la riduzione di tali rischi, attraverso il controllo del rispetto di quanto prescrive la legge, affinché si possa raggiungere un livello elevato di tutela della salute umana, dell’ambiente e della biodiversità.