E’ stato presentato ieri mattina, in remoto sulle piattaforme della CEI – Conferenza Episcopale Italiana, causa epidemia da Covid, il RIM – Rapporto Italiani nel Mondo, che da 15 anni la Fondazione Migrantes cura, fotografando lo stato degli italiani all’estero. L’edizione 2020 è un po’ speciale, non solo per ricordare il lavoro fatto dal 2006 ad oggi. Nel 2006 gli italiani iscritti all’AIRE – Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero erano 3.106,251, oggi, ultimi dati del 2020, sono quasi 5,5 milioni, dimostrando così che in quindici anni la mobilità italiana è aumentata del +76,6%. Il RIM di quest’anno è interessante anche per il suo “Speciale Province d’Italia” in cui 46 firme, delle 57 che hanno contribuito alla stesura dello stesso, hanno raccontato la storia territoriale dell’emigrazione italiana di 40 province, dal sud al nord, da ovest ad est.
Tra queste c’è anche un interessante contributo sulla provincia di Campobasso. Non ci si stupisce perché la storia scritta o verbalmente tramandata ha collocato il Molise tra i territori da dove si è da sempre partiti. E’ risaputo e documentato dai numeri che la più piccola regione del centro-sud ha una lunga storia da raccontare sul tema dell’emigrazione e che negli ultimi anni si è tornati a partire in massa, assistendo ad un ulteriore spopolamento dei suoi centri abitati. Nel solo 2019, dati Istat, ben 3500 persone hanno scelto di risiedere fuori regione. Quando si parla di emigrazione subito il pensiero corre a cavallo dei secoli tra l’800 e il ‘900. Interessante, infatti, è il paragrafo in cui si parla dell’emigrazione tra il XIX e XX secolo.
Dal Molise si partiva prettamente verso quei Paesi transoceanici, mentre le aree come quelle del Nord Italia erano interessate anche ai Paesi oltre le Alpi. Alcuni storici ritengono che gli emigrati molisani abbiano raggiunto l’America latina addirittura ancor prima dell’Unità d’Italia, nel 1861. Tesi avvalorata da documenti notarili ritrovati in cui si riscontra la presenza di persone provenienti da Agnone e paesi adiacenti come Belmonte del Sannio, Capracotta e Vastogirardi. Purtroppo un triste primato se consideriamo le ragioni che avevano e continuano a spingere i molisani fuori dalla propria terra. Perché non basta che il New York Times inserisca il Molise al 37mo posto dei 52 tra i luoghi da visitare nel mondo. Purtroppo la realtà pone questa gente quotidianamente a fare i conti con un territorio che, se da una parte è ricco di bellezze naturalistiche intrise di storia, dall’altra fa fatica ad andare avanti per le scarse infrastrutture e un’economia quasi irrilevante.
di Nicoletta Di Benedetto