CASTIGLIONE MESSER MARINO – Frane e dissesto, Ramundo: «Occupare la Provincia fino allo sblocco dei cantieri».
Intervista esclusiva al papabile candidato del listone unico a Castiglione, che elenca i suoi quattro punti programmatici e strizza l’occhio a Di Lizia e Magnacca.
Ha le idee chiare Epimenio Ramundo Orlando, neurochirurgo originario di Castiglione, per come risolvere alcuni dei problemi che attanagliano l’Alto Vastese, tra i quali appunto quello della viabilità. Il suo nome è stato fatto come colui che potrebbe guidare un listone unico, trasversale, composto da elementi del centrosinistra e del centrodestra. Idea che piace al sindaco uscente Emilio Di Lizia e al suo potenziale sfidante Felice Magnacca, bocciata invece dai «secondi», cioè vicesindaco Giuliano Petta e dall’assessore Enzo Fangio.
L’Eco ha incontrato il neurochirurgo Ramundo per una intervista esclusiva.
Dottore, allora, questo listone prenderà corpo?
«Ho incontrato in Municipio il sindaco Di Lizia e il vice Petta. Mentre Di Lizia è molto disponibile, il vicesindaco mi è parso molto rigido sulle sue posizioni, assolutamente contrario ad ogni ipotesi di lista unitaria. Invece nell’altro campo ho trovato la disponibilità di Felice Magnacca e dei suoi».
Il tempo stringe e dopo gli ultimi «no» forse il progetto sfuma definitivamente. Cosa ha in mente? Getta la spugna?
«C’è ancora qualche giorno per meditare. Non accantono l’idea, anzi invierò nelle prossime ore agli interessati una proposta programmatica, incentrata su alcuni punti cardine per il rilancio di Castiglione e dell’Alto Vastese. Un programma che ha senso percorrere solo se si è uniti».
Punti programmatici dunque, ci dica di più.
«Viabilità, ambiente e agricoltura, eolico e recupero edilizio».
Questo è un elenco. Ci spieghi meglio.
«Lo farò in dettaglio nella lettera che invierò ai due schieramenti sperando di farli convergere in questo intento comune, ma in breve, ad esempio, sulla viabilità, Castiglione è quasi isolato. Allora bisogna che gli amministratori locali occupino fisicamente la Provincia fino allo sblocco dei cantieri. Si portano un panino e stanno lì, negli uffici della Provincia, senza andarsene, fino a quando la sitazione non si sblocca. E se è necessario il Comune deve coinvolgere anche la popolazione mettendosi a capo di manifestazioni di protesta».
Caspita, una posizione dura quella dell’occupazione degli uffici della Provincia.
«L’ho già fatto in passato. Bisogna fare di tutto quando si amministra, fino al raggiungimento del risultato».
E in agricoltura? Cosa vuole inventarsi?
«Non bisogna inventare nulla, ma riscoprire quelle produzioni di nicchia, naturali, che già c’erano nell’Alto Vastese. Ci sono fondi regionali o europei che finanziano le piccole produzioni biologiche, grani antichi ad esemopio, senza glutine, ma anche gli allevamenti delle antiche razze di capre o pecore. E chiaramente è il Comune che deve offrire tutte le informazioni sui bandi e sulla possibilità di avere finanziamenti, anche mediante il supporto di esperti esterni».
Le poi parlava dell’eolico. Ci spieghi.
«Castiglione non può soltanto subire il danno ambientale e paesaggistico di ospitare una centrale eolica di quelle dimensioni. Per poter accettare una situazione del genere bisogna quantomeno fornire l’energia elettrica gratuitamente a tutti i residenti. Inoltre la ditta che lucra con i nostri monti deve occuparsi del ripristino dello stato dei luoghi, con la riforestazione delle aree dismesse che non servono più alla centrale eolica».
Chiaro anche in questo, infine parlava di recupero edilizio.
«Castiglione non ha più una identità dal punto di vista urbano e architettonico. Non sembra un paese di montagna, con case di tutti i colori e di tutti i materiali. Anche qui, ci sono fondi che incentivano il recupero e la conservazione del patrimonio storico edilizio, ma è sempre l’amministrazione comunale che deve indirizzare e fornire ai cittadini tutte le informazioni utili al recupero di quella identità che è tipica di Castiglione, ma che è andata perdendo nel tempo».
Perfetto, quindi invierà questi punti programmatici sia a Di Lizia che a Magnacca per sottoporli alla loro attenzione e convincerli ad aderire all’idea di lista unica. Giusto?
«Certo. Questo programma ha senso solo se si porta avanti in maniera unitaria. Non capisco cosa possa nascondere la pregiudiziale posizione di rifiuto assunta da alcuni esponenti del centrosinistra. Resto comunque fiducioso e in attesa».
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
tel: 3282757011
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