«Una comunità che si fa carico del malato è sanata e sanante». E’ lo slogan che accompagna il lancio della trentunesima giornata mondiale del malato che l’ufficio di Pastorale Salute della curia di Trivento, in collaborazione con l’Unitalsi diocesana, celebrerà oggi ad Agnone. E non è certo un caso che la sede scelta per l’evento sia stata proprio la cittadina dell’Alto Molise che ospita l’ospedale di area particolarmente disagiata, l’unico presente su tutto il territoorio della diocesi.
Proprio il responsabile degli uffici diocesani della Pastorale sanitaria, don Francesco Martino, è stato per tanti anni cappellano del “Caracciolo”, alle dipendenze e sul libro paga dell’Asrem. Poi, più o meno ai tempi del direttore generale Forciniti, i cappellani furono in qualche modo “congedati”, perché troppo costosi per le casse sgangherate dell’azienda sanitaria molisana. Oggi don Martino continua a fare il cappellano, ad assistere moralmente e spiritualmente i malati che lo chiedono, ma da volontario, non più da dipendente, con tutti i limiti che il nuovo status comporta. Una vicenda, un caso praticamente unico in tutta Italia, della quale si stanno occupando, con la consueta lentezza e discrezione, i vescovi molisani della Ceam.
Si è parlato di una azione legale delle curie contro Asrem, ma i vescovi si sono affrettati a precisare che è solo una delle ipotesi percorribili, l’ultima ed estrema, fiduciosi che si possa trovare un accordo bonario e pacifico con l’azienda sanitaria e la Regione Molise e reintegrare, anche nello status, i cappellani ospedalieri, come avviene nel resto della Penisola. Tornando alla celebrazione della trentunesima giornata mondiale del malato, l’appuntamento è ad Agnone, oggi pomeriggio, presso la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Il programma prevede alle ore 16 l’adorazione eucaristica guidata sul tema della giornata e a seguire, intorno alle ore 18, la celebrazione della messa solenne dedicata alla Madonna di Lourdes, con la contestuale amministrazione del sacramento dell’unzione degli infermi. Parteciperà, ovviamente, il personale volontario della sottosezione dell’Unitalsi.