Ieri, martedì 21 marzo 2023 è stata l’annuale “giornata mondiale della Poesia”. L’Università delle Generazioni ha inteso celebrare questa Festa in modo virtuale, premiando tre poeti emblematici di Poggio Sannita (amenissimo borgo molisano in provincia di Isernia), appartenenti a tre diverse generazioni.
Il più anziano è Guido Mancini, poeta intimista, il quale ha al suo attivo tre libri dove ha raccolto prevalentemente versi rimati (sia in lingua che in dialetto) e la sua caratteristica è quella di raccontare il mondo e i valori che furono prima che la modernità stravolgesse la civiltà contadina e paesana. Tale narrazione ha pure una preziosa attinenza sia “archeologico-letteraria” che storico-antropologica per capire meglio le generazioni di passaggio dall’antico al nuovo quasi irriconoscibile pure perché globalizzato. Si potrebbe dire che egli sia un poeta-astronauta “dal mondo chiuso all’universo infinito”. Ha già pronta per le stampe la sua quarta raccolta poetica.
Il poeta di mezzo è Tiberio La Rocca il quale, pur ricorrendo spesso alla declinazione vernacolare, ha una visione più in sintonia con i grandi Poeti del Novecento e spesso più tendenzialmente filosofica della vita e anche della costruzione del verso, piacevolmente ermetico piuttosto che discorsivo o narrativo. Pluripremiato un po’ ovunque, ha pubblicato a stampa numerose raccolte ed è molto attivo pure nei salotti e negli eventi culturali, alcuni dei quali organizza egli stesso a favore di poeti locali e nazionali, inserendo Poggio Sannita in circuiti più ampi e prestigiosi. Dei tre è il poggese che si è formato “altrove” e per lavoro vive lontano dal paese natio, cui dimostra però un legàme ancora assai stretto e viscerale, quali pochi (stante l’esodo massiccio e lo spopolamento sempre più avvilente) hanno mantenuto e dimostrato così forte e produttivo nella valorizzazione sociale e nell’orgoglio dell’identità. E’ quindi voce di riferimento e di conforto collettivo.
La generazione più giovane è rappresentata da Tamariana Palomba, figlia del noto poeta Giuseppe il quale, prima di morire prematuramente, aveva già pubblicato a stampa tre raccolte di notevole interesse, pure per lo stile conciso, asciutto e saettante, a volte provocatorio e sicuramente fin troppo scomodo e veritiero. A tale stile del “padre-maestro” si attiene Tamariana, che ha esordito lo scorso 29 dicembre 2022 con una silloge che ricalca quella efficace vocazione però dimostrando di avere già un carattere proprio in sintonia con i tempi dei giovani suoi contemporanei. Sta preparando un’edizione postuma degli inediti genitoriali, mentre pensa ad una seconda raccolta personale. Rappresentanti di diverse ma fondamentalmente non contrastanti generazioni, i tre Poeti poggesi appena premiati meritano di essere seguìti ed ulteriormente valorizzati anche istituzionalmente, rappresentando una notevole risorsa sociale e voce dell’Appennino.
Domenico Lanciano