• Editoriale
  • Gli agnonesi non credono più alle «balle elettorali»: elezioni inutili, nulla è cambiato né cambierà

    Troppi galli nel pollaio… e anche qualche pavone. Basterebbe questo antico detto per descrivere, in estrema sintesi, l’esito della consultazione elettorale in Alto Molise e ad Agnone in particolare. Una votazione inutile, all’atto pratico, perché di fatto nulla è cambiato. Due erano i consiglieri eletti e due saranno per i prossimi cinque anni. I due Andrea, nemici giurati, Greco del M5S e Di Lucente da Vastogirardi. Il primo in minoranza, l’altro tra i banchi della maggioranza.

    I candidati alle regionali erano davvero troppi, meri portatori di voti con poche o nulle possibilità di essere realisticamente eletti. Un facile pronostico e così infatti è stato. L’unico a spuntarla, centrando l’elezione nonostante il tracollo della compagine progressista, è il consigliere uscente e a questo punto ri-entrante, Andrea Greco, del Movimento 5 Stelle. Anche se va detto che la sua elezione non è stata merito esclusivo degli agnonesi, che pure gli hanno riconosciuto un impegno costante e duraturo nel corso dei cinque anni appena trascorsi all’opposizione.

    Trecentotrentacinque agnonesi gli hanno rinnovato la fiducia, pochini considerando che era appunto l’unico consigliere regionale agnonese uscente e il solo che avrebbe potuto essere rieletto, come in effetti è stato. Va detto, ad onor del vero, che sono stati determinanti per la sua elezione i voti arrivati dal resto dei seggi della regione Molise, proprio grazie alla visibilità che gli derivava dalla sua azione politica e mediatica in Consiglio regionale. Un risultato che premia il suo impegno e lascia qualche barlume di speranza al territorio dell’Alto Molise di essere in qualche modo rappresentato all’interno della Regione, sia pure dai banchi dell’opposizione.

    «È stato bello incontrarvi e sognare con tutti voi. Mi dispiace che nelle foto non ci siate tutti. Niente cambierà il mio modo di essere e vivere le persone.  Vi voglio bene. Alla prossima e questa è una minaccia». L’assessore comunale Enrica Sciullo, commenta così la chiusura della sua esperienza quale candidata del Partito democratico. Una parentesi che le ha dato l’opportunità di incontrare tante persone, non solo nell’Alto Molise, ma anche nel resto della regione, e anche i vertici del partito e personaggi politici di portata nazionale. Quella di Sciullo era una candidatura di servizio, nel senso che serviva al partito. Non aveva possibilità di essere eletta, anche perché avrebbe dovuto spartirsi la “torta” dei voti, come in effetti è stato, con l’altro candidato del Pd, il più volte sindaco di Capracotta, Candido Paglione, che l’elezione l’ha sfiorata davvero (peccato, ndr).

    Un tandem affiatato, così si sono presentati alla popolazione molisana i due candidati doppione, ma poi dentro l’urna una scelta bisognava pur farla. Ad Agnone, ad esempio, dove comunque il Pd risulta primo partito, neanche troppo a sorpresa, Sciullo ha vinto la piccola sfida interna, con 323 preferenze contro le 214 di Paglione, tra l’altro arrivando seconda appena dopo Andrea Greco. Un risultato lusinghiero per l’infermiera prestata alla politica, ma praticamente sconosciuta o quasi nel resto del Molise. Sciullo è l’assessore comunale in carica alle politiche sociali, è una infermiera stimata e conosciuta, già alla guida del comitato “Il Cittadino c’è” nato, negli anni scorsi, per difendere l’ospedale “Caracciolo”. Paglione, oltre ad essere sindaco a vita di Capracotta, è stato anche assessore regionale. La lotta era impari.

    Passando agli altri, Lorenzo Marcovecchio, ex sindaco di Agnone, professione avvocato, candidato con il centrodestra, con amicizie “importanti” a livello nazionale, ha portato a casa appena 197 preferenze. Una prova piuttosto deludente che fa il paio con quella rimediata dall’altro avvocato in corsa per un ben remunerato scranno in Consiglio regionale, il consigliere comunale e provinciale, ci tiene a questa seconda carica, Vincenzo Scarano.

    Nonostante la visibilità concessagli dalla visita del ministro delle Infrastrutture e Trasporti e vice premier Matteo Salvini, Scarano riesce a radunare un pugno di voti: appena 239 preferenze. Gli agnonesi lo hanno ridimensionato, come già fecero in occasione delle elezioni comunali. Le promesse ministeriali di riapertura del viadotto Sente, che secondo Scarano avrebbero dovuto farlo veleggiare con il vento in poppa verso la poltrona campobassana, evidentemente non hanno convinto più di tanto gli agnonesi.

    L’Alto Molise sarà dunque rappresentato in Regione da Greco in minoranza e dal solito Andrea Di Lucente, che è stato riconfermato bissando l’elezione con oltre tremila e cinquecento preferenze, anche se quelle agnonesi sono state appena 136 ad ulteriore dimostrazione che i centri dell’entroterra non hanno i numeri per eleggere candidati, mentre le decisioni vengono prese dagli elettori dei Comuni maggiori del resto del Molise. A conti fatti, nulla è cambiato, forse con l’unica aggravante che ora il baricentro della politica regionale inevitabilmente si sposterà verso la costa termolese.

    Francesco Bottone

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