Paolo Antonio Sabatino, classe 1921, reduce della Seconda guerra mondiale, spegne oggi cento candeline… più una. Esattamente un anno fa, pochi giorni prima del suo compleanno, zì Paul, come lo chiamano tutti in paese, divenne famoso in tutta Italia e anche all’estero, finendo addirittura sul “Corriere della Sera” e sulla Rai. Il motivo? Nonostante la sua veneranda età e la sua storia di reduce di guerra, non riusciva ad ottenere una benedetta vaccinazione anti Covid.
La notizia dell’Eco fece il giro delle redazioni di tutta Italia, rilanciata anche dalle agenzie di stampa, e finì nella rassegna stampa quotidiana della struttura commissariale per l’emergenza Covid appunto. Pare che il generale Figliuolo in persona abbia ordinato: «Vaccinate quel reduce!». Certo è che a distanza di poche ore una task force dell’Esercito si recò a Castelguidone, nella casa del reduce quasi centenario, per somministrare la prima dose di vaccino.
Da allora è passato un altro anno, che zì Paul ha dedicato alle sue passioni, alla cura dell’orto in particolare, al calcio in tv e alla lettura, amorevolmente accudito dalla sua famiglia.
E proprio i suoi affetti più cari nella giornata di oggi, attraverso le nostre colonne telematiche, gli fanno questa dedica: «Auguri nonno Paolo, per i tuoi centouno anni. Il desiderio dei tuoi cari è che tu possa continuare a vivere in serenità e gioia, come hai fatto fino ad ora. Con l’augurio di raddoppiare questo secolo. Non sarai mai vecchio, finché la tua mente è giovane e il tuo core è così puro oltre che generoso. Ti vogliamo un mondo di bene e ti ringraziamo per tutto quello che ci hai insegnato ad essere nella vita. I tuoi insegnamenti sono stati unici, come la tua vita. Grazie!».
Agli auguri per zì Paul si associa molto volentieri la redazione dell’Eco.