«L’ospedale che tutti davano per chiuso è invece un presidio sanitario che piano piano sta ripartendo». Si toglie il classico sassolino dalla scarpa il sindaco di Agnone, Daniele Saia, elencando tutti i piccoli passi avanti in ambito sanitario fatti nel corso dell’anno appena trascorso. Un ospedale, il “Caracciolo” di Agnone, progressivamente smantellato di servizi e professionalità, a causa della solita politica dell’Asrem che tiene conto solo ed esclusivamente dei numeri e della casistica, in barba alle belle dichiarazioni sull’importanza vitale, nel senso letterale del termine, di un presidio sanitario in area disagiata come l’Alto Molise. Segnali di ripresa, in realtà, ci sono come sottolinea, con una certa punta di orgoglio, lo stesso sindaco Daniele Saia.
«Solo per stare alle ultime settimane, – spiega il primo cittadino – abbiamo registrato al “Caracciolo” l’arrivo di due nuovi medici. Inoltre una biologa è stata destinata al laboratorio analisi. Stanno riprendendo anche diverse attività di medicina specialistica. Arriveranno le nuove apparecchiature diagnostiche, la Tac, l’ecografo e il mammografo». Fatti concreti, dunque, che certificano una inversione di tendenza che non si registrava da decenni ormai, di questo va reso atto al sindaco Saia e al suo “ministro della sanità”, il vicesindaco e assessore al ramo, Giovanni Amedeo Di Nucci. «Noi continueremo, anche nell’anno appena iniziato, a pungolare quotidianamente sia il commissario alla sanità che il direttore generale dell’azienda sanitaria, considerato che i risultati, piano piano, ci stanno dando ragione. E’ un lavoro duro, un lavoro di ricostruzione, ma noi non ci arrendiamo e andiamo avanti in questo processo di attuazione di quello che deve essere l’ospedale di Agnone, un ospedale di area particolarmente disagiata appunto».