ANSA) – CAMPOBASSO, 4 OTT – “La montagna ha partorito il classico topo, almeno per me”. Così il direttore di Telemolise, Manuela Petscia, con un post affidato a Facebook, commenta l’avviso di garanzia ricevuto per il suo coinvolgimento nell’indagine sul ‘Sistema Iorio‘.
“Dopo avermi definito ‘pericoloso criminale’, come fossi un parente di Totò Riina – aggiunge -, dopo avermi distrutto la reputazione e l’immagine con l’ascolto del mio telefono come parte offesa di un ricatto inesistente, dopo avermi sputtanato urbi et orbi con l’uso illecito di queste mie intercettazioni, di parte offesa, nell’archiviazione del Questore Pozzo, dopo essere stata destinataria di pizzini che mi annunciavano perfino l’arresto, ebbene dopo tutto questo: sono indagata, per aver parlato bene di Michele Iorio in tv”.
Petescia infine si difende dalle accuse: “Che io abbia trascorso il mio tempo, a partire dalla morte di Lelio Pallante (l’editore di Telemolise ndr), a sollecitare i fondi per la comunicazione, che hanno preso tutte le tv, sia chiaro, non certo solo Telemolise, non è che l’ho detto: ho fatto i fax a mia firma, con tanto di progetti. Che fosse un reato lo scopro adesso, nuovo di zecca, coniato per me medesima, me ne farò una ragione nella terra dei conflitti di interesse e delle incompatibilità: le indagini sono state svolte da un corpo di polizia dove c’era la sorella del governatore Paolo Frattura alla dirigenza, forse un caso”.
(ANSA).
Inchiesta Iorio, Petescia: «Montagna partorisce topolino»
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