TORREBRUNA – Incidente di caccia, spuntano i primi indagati. Sequestrate nove armi, tra carabine e fucili calibro dodici. Oggi l’autopsia sul corpo di Nicola Costanzo.
Sarebbero almeno tre, stando alle indiscrezioni trapelate e riportate parzialmente anche dall’agenzia Ansa, gli indagati per omicidio colposo relativamente all’incidente di caccia verificatosi domenica mattina in agro di Torrebruna. Si tratterebbe dei cacciatori più vicini alla “posta” della vittima, cioè coloro che realisticamente avrebbero potuto sparare perché a tiro di fucile o carabina. Sulle generalità degli indagati, al momento, c’è il più stretto riserbo da parte degli ambienti investigativi.
La vittima, Nicola Costanzo, 58 anni, di Guardiabruna, sposato e con figli, era uscito a caccia con alcuni amici, per una battuta al cinghiale con il metodo della braccata. Una squadra storica, cacciatori esperti che cacciavano insieme da diversi anni. Qualcosa è andato storto quella mattina e lo sfortunato Costanzo è stato colpito accidentalmente da un proiettile, non si sa ancora bene se di fucile o di carabina. Morto sul colpo e ritrovato senza vita, dai propri compagni, dopo ore di ricerche nel fitto della vegetazione. Un dramma che ha gettato nello sconforto la piccola comunità di Guardiabruna, poche centinaia di anime che popolano il borgo montano.
Sul posto, subito dopo l’incidente, i Carabinieri di Celenza sul Trigno e lo stesso comandante della compagnia di Vasto, il maggiore (in foto, ndr) Giancarlo Vitiello, il quale ha voluto interrogare personalmente i componenti della squadra di cinghialai.
Secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa sarebbero nove le armi sequestrate dai Carabinieri, compreso il fucile della vittima. Tutto il materiale è stato messo a disposizione degli inquirenti che stanno indagando sull’accaduto. Già nei giorni scorsi il sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Giancarlo Ciani, aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo e ascoltato tutti i componenti del gruppo di cacciatori.
Intanto questa mattina Ciani affiderà al medico legale Pietro Falco l’incarico per l’autopsia di Nicola Costanzo.
E l’incidente di Guardiabruna, ultimo di una lunga serie di episodi di sangue che vanno avanti da anni in tutta Italia, rilancia negli ambienti del mondo venatorio le polemiche circa la pericolosità del metodo della braccata. Da più parti si spinge per limitare o addirittura vietare questo tipo di caccia, impattante per l’ambiente e la fauna e pericolosa per gli stessi cacciatori, sostituendola con la molto più sicura caccia di selezione, quella che si pratica da soli e con carabina ad otturatore girevole scorrevole munita di ottica di puntamento. Una recente risoluzione approvata in Commissione agricoltura alla Camera dei deputati va proprio in questa direzione.
Adolfo Corropoli
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