CELENZA SUL TRIGNO – Riceviamo da Juri Vespasiano, infermiere di Celenza sul Trigno che lascia la locale Rsa per trasferirsi al Neuromed di Pozzilli, e volentieri pubblichiamo la seguente lettera aperta:
Quando me ne andai la prima volta, vincitore di concorso a Riccione 11 anni fa, dissi al presidente della Rsa che un giorno sarei tornato per mettere a disposizione della Samidad tutta la mia esperienza acquisita in Romagna, così fu. Ricordo ancora il viaggio di ritorno in autostrada, in un caldo giorno di giugno, fatto con la macchina stracarica di valigie e di ricordi; furono 300 km di pianto, fatti con lo stesso CD e quelle canzoni che ascoltai ad oltranza. ” il mondo che vorrei ” di Vasco Rossi rimbombava nell’abitacolo “… non si può fare quello che si vuole… “erano le parole di quella canzone che risuonavano nella mia mente. Eh già, perché la mia fu una scelta di vita, sofferta allora, ma ad aspettarmi c’erano l’affetto delle persone care e fanculo la sala operatoria, fanculo la carriera, Celenza era la mia vita, Celenza era il mio mondo e l’idea di fare qualcosa di buono nel mio paese era un’occasione oltre che un dovere morale a cui era difficile sottrarsi. Sono passati 9 anni da quel viaggio e dopo i primi anni difficili, per diversi motivi, ad un certo punto mi sono ritrovato davvero a mettere al servizio della Samidad tutta l’esperienza accumulata. Devo ringraziare per questo la direttrice dott.ssa Marinelli che ha creduto in me e affidandomi il coordinamento infermieristico del Chiostro ha fatto sì che scoprissi un “lato nuovo” della tanto nobile professione infermieristica arricchendo ancor più il mio bagaglio di conoscenze. Sono stati cinque anni intensi che mi hanno dato tanto sotto ogni aspetto. Forse, in “condizioni normali ” non me ne sarei mai andato perché adoravo questo lavoro, e anche se da tempo mi ero trasferito in un’altra città, viaggiare non mi pesava e ogni mattina mi mettevo in macchina carico di motivazioni e voglia di fare. Certo, ancora una volta la mia è stata soprattutto una scelta di vita e il richiamo della sala operatoria di un centro neurologico d’eccellenza è stato troppo forte, ma davvero non me ne sarei mai andato, questa volta no! Dopo anni di sacrificio, per i motivi che sono noti a tutti, speravo davvero si cambiasse marcia e invece… facendo un paragone calcistico, ho capito che la società ha preferito giocare per le zone medio-alte della classifica quando invece ritengo che con un po’ di impegno da parte di tutti si sarebbe potuto giocare per vincere il campionato ogni anno. La mia missione termina oggi, da domani ci sarà un “nuovo allenatore” Serena, alla quale va il mio in bocca al lupo; voglio però ricordare ai miei ex colleghi, al personale tutto che oggi è cambiato l’allenatore, ma i giocatori, i veri protagonisti che scendono in campo ogni giorno siete voi, siete voi che vestite la divisa del Chiostro ed è compito vostro onorarla e onorare la presenza dei nostri pazientini. Grazie a voi tutti, colleghi di ieri e di oggi, per questi anni bellissimi. Grazie a Giampiero, Elio, Paola preziosi collaboratori e grandi amici, a Gabriella, ai medici tutti, alle Signore delle pulizie, ai Masterchef Fernando e Lucia, ai pazienti e familiari tutti”.
Ad Majora, Juri