Mi viene da sorridere quando vedo talune persone che ora sono ectoplasma per la società civile. Persone che soprattutto quando rivestivano “alti” compiti sociali o di lavoro facevano pesare il loro “essere” per darsi tono e ritagliarsi poi un posto di elite nella sfera di quelli che credevano contassero. Ma il tempo è galantuomo. Vedi che col pensionamento le stesse persone sono diventate una sorta di insulsi vegetali. Esclusi da ogni forma di associazionismo e senza un’ amicizia vera, li vedi soli e repressi aggirarsi sui marciapiedi come prostitute in cerca di clienti che, loro malgrado, non vedranno mai. Magari pronti ad elemosinare attenzioni di qualcuno, di conoscenti, i quali rispondendo educatamente a quel saluto che vorrebbe significare tacito appello ad una passeggiata insieme o a scambio di opinioni, diventano pseudo interlocutori che tirano dritti per la loro strada. Chi è stato cattivo, malvagio nella vita e nei rapporti sociali della giovinezza, lo resterà per sempre. Anzi con la vecchiaia le “tare” si amplificano, aumentano e la repressione si tramuta ancor più in acido corrosivo. Ma Agnone non dimentica. Magari ti sorride ipocritamente nei momenti in cui qualcuno crede di poter gonfiare il petto perché responsabile di qualche cosa facendo emergere quell’”ego sum” che poi, a mò di boomerang sortisce nel tempo, l’effetto contrario nel momento in cui quel ruolo viene meno. L’acredine e la consapevolezza di non essere più calcolato e il rendersi conto di non valere più nulla per la società civile fa male e esacerba ancor più quell’animo represso. Persone che non meritano neanche essere compatite. Nella nostra cittadina, purtroppo, se ne contano diverse. Come in un cielo stellato. Dove quelle stelle, luccicose e brillanti un tempo, sempre più si spengono e s’oscurano fino all’oblio.
di Vittorio Labanca