«Per la prima volta in questi ultimi decenni si è mostrata particolare attenzione al presidio ospedaliero ‘San Camillo’ di Atessa da parte della Asl di Chieti-Lanciano-Vasto e del suo direttore, e della Regione Abruzzo, che hanno fortemente voluto investire su questo presidio per l’emergenza Covid. E’ proprio grazie alla determinazione della Regione Abruzzo che anche sui tavoli ministeriali si è sostenuta con forza la necessità di ricomprendere il presidio ospedaliero all’interno della Rete Covid».
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Il Governatore ha poi aggiunto: «Questo impegno ha permesso di destinare al “San Camillo” fondi per 2 milioni di euro nella prima fase della pandemia, per raggiungere un obiettivo dalle tante ricadute: trovare una risposta a una richiesta crescente di posti letto, dando un ruolo a un ospedale abbandonato a se stesso, e disporre della liquidità necessaria per adeguare in fretta il presidio chiedendo aiuto al mondo delle imprese e alla società civile. Sono stati fatti investimenti, come mai prima, sotto il profilo strutturale e dell’innovazione tecnologica, e oggi l’avanguardia diagnostica passa anche dal San Camillo.
Sono stati acquistati ecografi, Tac ultra evoluta, la Riabilitazione è stata dotata di attrezzature mai avute prima, abbiamo previsto 500 mila euro per la nuova endoscopia, oltre ai 200 mila euro per il Pronto Soccorso. E se i lavori non sono ancora partiti è solo perché la delega al sottoscritto come soggetto attuatore è arrivata con grande ritardo. – spiega ancora Marsilio – Nonostante critiche e polemiche territoriali, abbiamo fatto un’operazione che ha dato una prospettiva al ‘San Camillo’ e ai suoi operatori, abbiamo compiuto scelte coraggiose che hanno sfidato l’impopolarità, nella convinzione che fosse la strada giusta per dare risposte di salute a un territorio con lucidità, senso della realtà e onestà intellettuale. Sono certo che siamo riusciti a curare tantissimi cittadini malati di Covid grazie alle professionalità presenti e all’assistenza ricevuta.
Sono altrettanto convinto che se le polemiche facili lasciassero il passo a una più fattiva collaborazione tra i vari livelli istituzionali altri importanti risultati verrebbero raggiunti per migliorare la sanità del territorio».