Lo scorso fine settimana nell’ambito di un servizio finalizzato al contrasto delle diverse forme di lavoro irregolare o “in nero”, militari della Compagnia di Chieti, a seguito di una mirata attività informativa nell’ambito del controllo economico del territorio, hanno individuato, in un comune del parco della Maiella, una piccola baita esercente l’attività di ristorazione mediante l’impiego di sette lavoratori privi di una formale assunzione.
Le primarie fasi di accesso hanno permesso di sorprendere i lavoratori, dei quali uno solo regolarmente assunto, intenti a svolgere le rispettive mansioni di cuoco, lavapiatti e cameriere, ognuno di essi con indosso i rispettivi abiti da lavoro. I successivi approfondimenti dei dati riscontrati con quelli contenuti nelle banche dati in uso al Corpo hanno fatto emergere la percezione da parte di due soggetti del reddito di cittadinanza, di un altro di NASPI (indennità mensile di disoccupazione).
Nelle more di ulteriori approfondimenti, al datore di lavoro dell’attività di somministrazione di pasti e bevande sono state:
– contestate violazioni che prevedono la procedura di irrogazione della cosiddetta “maxi-sanzione”, che va da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 10.800 euro per ogni lavoratore “irregolare” ed è stata trasmessa, al locale Ispettorato Territoriale del Lavoro, una segnalazione propedeutica all’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività per aver impiegato manodopera irregolare in misura superiore al 20% del totale dei lavoratori regolarmente assunti, trovati, al momento del controllo, sul posto di lavoro;
– accertate le giornate lavorative rese dai suddetti lavoratori constatando, altresì, irregolarità relative agli obblighi di effettuazione delle ritenute fiscali da parte del sostituto d’imposta, determinando la base imponibile sottratta a tassazione delle corrispondenti somme corrisposte anch’esse “in nero”.
L’intervento delle Fiamme Gialle contrasta la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico, a tutela delle imprese e dei professionisti che operano nella piena e completa osservanza della Legge e le cui prospettive di sviluppo sul mercato sono seriamente compromesse da chi svolge attività “in nero”.