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  • L’epigrafe di “Vesulliais” scippata a Pietrabbondante, appello al Ministro Sangiuliano

    «Il ministro per i beni culturali, Gennaro Sangiuliano, che vanta ascendenze agnonesi, faccia un piccolo sforzo: faccia restituire l’epigrafe di “Vesulliais” alla comunità di Pietrabbondante che ne è la legittima proprietaria». L’appello pubblico al Ministro “agnonese” arriva da Franco Valente, architetto e cultore della storia del Sanniti che nell’Alto Molise vede il suo epicentro. Dopo aver perso un gigantesco finanziamento da 20 milioni di euro, si abbattono su Pietrabbondante «altre due disgrazie ministeriali», elencate dallo stesso Valente: «Il museo archeologico non verrà mai più aperto per errori tecnici e migliaia di reperti archeologici trovati a Pietrabbondante sono stati deportati a Isernia, sicché al paese non è rimasto nulla».

    «A questi disastri provocati dalla imbecillità umana, – continua l’architetto Valente – si somma la recente dolorosa scomparsa dello storico Antonino Di Iorio che ha dato una mazzata definitiva agli amanti dell’archeologia molisana». A parziale ristoro di queste sciagure, insomma, Valente lancia l’appello al Ministro della Cultura affinché faccia tornare a casa, a Pietrabbondante appunto, l’epigrafe che dimostra che il piccolo centro montano dell’Alto Molise sia stato effettivamente Bovianum Vetus. Un caso che richiama il più noto “scippo” della Gioconda, celeberrima opera d’arte italica, che però è in mostra, per motivazioni politiche più che artistiche, al Louvre di Parigi. «A Pietrabbondante coesistono due centri contigui tra loro. – spiega Valente – In alto il centro fortificato di Bovianum Vetus che include la rocca di Monte Saraceno e le tre morge dell’abitato di Pietrabbondante: Morgia del Castello, Morgia dei Marchesano e Morgia dei Corvi. In basso la città sacra di Aquilonia che include i templi italici, il tempio delle sementi e il teatro ellenistico». Ne parla anche Tito Livio, nel suo “Ab Urbe condita”.

    «Tutta la questione della individuazione di Bovianum Vetus fu provocata da Teodoro Mommsen quando lesse e interpretò correttamente la cosiddetta epigrafe di Vesulliais. Ma che fine ha fatto questa epigrafe fondamentale per la ricostruzione della storia del Sannio, scoperta da Mommsen nel 1840? Come tante cose che appartengono al Molise, anche questa è stata sottratta al luogo di origine e portata a Napoli. Un documento fondamentale che meriterebbe di essere restituito alla comunità di Pietrabbondante che ne è la legittima proprietaria». Il Ministro Sangiuliano probabilmente non riuscirà a riportare la Gioconda in Italia, il rischio di incidente diplomatico con gli spocchiosi “cugini” francesi è più che concreto, ma con maggiore facilità, anche burocratica, potrebbe riconsegnare all’Alto Molise l’epigrafe di “Vesulliais”.  

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