CELENZA SUL TRIGNO – L’ex sindaco Andrea Venosini incapace di amministrare. Tanto è emerso dal comizio del 12 aprile 2016 dei quattro dimissionari che hanno fanno cadere l’amministrazione Venosini il 15 gennaio scorso. Quattro interventi studiati, con parole pensate e pesanti, che si sono integrati ed hanno offerto un quadro chiaro della conduzione amministrativa di Venosini, assolutamente fallimentare.
Incoerenza e contraddittorietà di comportamento dell’uomo, tale da disorientare i collaboratori, messe in evidenza da Luigi Valentini; il disagio di un rapporto reso sempre più difficile da mancanza di rispetto e arroganza rimarcato da Aurora Felice, entrambi nominati da Venosini assessore e vicesindaco senza una previa consultazione. Come a dire, anche in quel caso: decido io e solo io e di voi posso fare ciò che voglio.
Un’ora l’arringa di Alessandra Di Iorio (nella foto in alto accanto all’ex sindaco durante un viaggio istituzionale, ndr), una vera demolizione dell’operato amministrativo dell’ex sindaco che ha fatto rimbalzare sulla piazza i numerosi perché.
Nel citare vari passaggi tecnico-amministrativi ha messo in luce aspetti sconcertanti che nessuno avrebbe immaginato: innanzitutto Venosini ha disatteso gli indirizzi di governo votati dal consiglio comunale; ha rigettato le proposte di delibera dei membri della giunta, pur condividendone i contenuti, solo perché l’o.d.g. è deciso solo da lui e nessun altro; si è attribuito il successo dei risultati lasciando responsabilità di insuccessi ai delegati, mentre avrebbe dovuto assumersi la responsabilità dell’operato dei suoi collaboratori; ha sconfessato gli impegni del suo delegato assunti con altri sindaci del territorio, ad esempio per la localizzazione della sede del polo scolastico; ha isolato il paese tant’è che non ci sono Comuni disposti a collaborare.
Sono alcuni aspetti tra tanti che hanno fatto emergere l’impossibilità di andare avanti perché il paese era bloccato. Un forma di rammarico è quella di non aver anticipato a luglio 2015 quanto fatto il 15 gennaio 2016.
Duro ed efficace l’ex assessore Antonio Antenucci che ha chiuso con un intervento di taglio politico. Scelta dolorosa quella delle dimissioni dell’intero gruppo che ha determinato la fine immediata della legislatura; dolorosa ma valutata. Si è trattato di un atto di sfiducia e non di semplici dimissioni e la sfiducia ha riguardato l’aspetto politico, amministrativo e personale. Un movimento incapace di dare coesione al paese deve far riflettere.
Ma Celenza ha le energie per rinascere, per rilanciarsi, per tornare ad essere la perla dell’Alto Vastese, come hanno affermato i giovani che, uniti, hanno fatto sentire che ci sono. Si metta insieme il meglio del paese, ha concluso Antenucci, in senso traversale, per perseguire veramente il bene comune.
Rodrigo Cieri