SANT’ANGELO DEL PESCO – Cesidio Delle Donne – in foto –, noto ed apprezzato giornalista (oltre che ex-docente nelle scuole medie in vari paesi molisani), è persona grandemente sensibile ed instancabile stakanovista, specialmente quando si tratta del suo paese d’origine, Sant’Angelo del Pesco, nel versante molisano della valle del fiume Sangro, prospiciente gli amenissimi monti d’Abruzzo. Ormai può essere considerato il più vero e maggiore storico del borgo che gli ha dato i natali nel 1946. Infatti, lo ha raccontato con numerose pubblicazioni in lungo ed in largo nei secoli, amando soffermarsi con le sue pagine soprattutto nel periodo troppo difficile del dopoguerra, quando sì è trattato di ricostruire tutte le case distrutte nel novembre 1943 dall’esercito tedesco in ritirata sull’avanzata degli Alleati angloamericani.
Testimonianze appassionate, pazienti e ricche ricerche di archivio costituiscono solitamente il suo metodo assai rigoroso storiografico, che a volte bene e inevitabilmente sconfina nella sociologia, nell’antropologia culturale, nell’etnografia e, ovviamente, pure nel resoconto giornalistico, avvalendosi sempre di un gran numero di immagini che egli eleva alla dignità del testo scritto poiché sanno raccontare, informare ed emozionare spesso più delle stesse parole. In questo suo ennesimo libro (cm. 17×24), fresco di stampa ed intitolato “Dopoguerra – Ricordi e Rinascita (1944-1964)” e stampato da Proforma di Isernia (info@proformadesign.it), Cesidio Delle Donne ne evidenzia addirittura ben 352 in 392 pagine, per meglio descrivere luoghi, personaggi e documenti di supporto nel tentativo (molto bene riuscito) di portare il lettore proprio dentro i drammatici fatti in un periodo tragico quanto epico della vita non soltanto di Sant’Angelo del Pesco, ma di tutta la valle del Sangro e di numerosi altri paesi e luoghi italiani ed europei devastati o addirittura rasi al suolo dalla tremenda seconda guerra mondiale.
L’Università delle Generazioni di Agnone raccomanda a tutti, ma specialmente ai giovani, la lettura di questa importante opera storiografica e profondamente umana, non fosse altro per amare di più la pace che abbiamo (grazie ai morti e alle lotte di chi ci ha preceduto) e di apprezzare l’abbondanza, pure di cibo, di fronte alla fame sofferta dai nostri familiari, parenti ed amici nel periodo bellico e della ricostruzione assoluta da zero. Opere come questa di Cesidio Delle Donne, oltre ad essere meritorie di per sé stesse perché ci restituiscono la memoria viva e trepidante delle nostre valli e delle nostre montagne, sono assai utili pure nella pedagogia sociale delle nostre popolazioni. Genti che hanno saputo rimboccarsi le maniche per rinascere, mentre adesso non riusciamo ad essere uniti per ricostruire una sanità semi-distrutta ed altri servizi sociali soppressi o carenti che ci hanno riportato indietro di decenni. Non riusciamo nemmeno a far riparare le pericolosissime buche delle nostre strade, isolandoci ancora di più! Questo libro di Cesidio Delle Donne è, quindi, un grande insegnamento di vita, un monito ed un incoraggiamento a “rinascere” dalla attuale grande guerra della “deregulation” politico-sociale che sta devastando i nostri territori, negando persino la speranza ai nostri giovani dal futuro mai incerto come adesso, sia lavorativo che pensionistico.