AGNONE – «Non vi aspettate una normale presentazione». Così ha esordito Nicola Mastronardi, direttore delle Biblioteche riunite “Comunale e Labanca” nell’introdurre Alessio Pollutri, autore ospitato nell’appuntamento di ottobre del “Sabato del villaggio” per presentare il suo “Come un colibrì”.
Il romanzo narra la storia di Sandro Zucchi tornato ad Agnone, dopo aver saputo della morte del suo amico immaginario. Da quel momento si mischieranno immaginazione e realtà per colmare un vuoto con il quale Sandro ha convissuto.
Sono Torino ed Agnone le città in cui la storia è ambientata: «Entrambe hanno un valore sentimentale» racconta il ventottenne. «Nella città piemontese ho studiato quindi ho dei ricordi vivi e felici di quella realtà; Agnone, invece, è il paese in cui sono nato, per scelta di mia madre».
Ad introdurre l’autore sono stati Wanda ed Enzo due personaggi interpretati dallo stesso Pollutri; Nel video allegato compaiono Enzo, un attore impegnato nel citare le prime righe del romanzo, e Wanda, una presentatrice romagnola porrà le domande ad Alessio, lo scrittore.
«Volevo fare qualcosa di innovativo per presentare il libro così mi sono inventato questo originale spettacolo» ha spiegato il romanziere prima di cedere nuovamente la parola a Wanda.
Da quel momento in poi, quindi, la platea ha assistito ad un’alternanza di personaggi, che nella loro pittoricità, hanno aiutato Pollutri a presentare l’opera in cui assume un ruolo fondamentale la fantasia.
Ma Alessio non si limita a rendere peculiari le sue presentazioni bensì utilizza anche location inusuali: «Essendo un autore minore, mi ritrovavo nelle librerie semivuote quindi mi sono chiesto: “cosa posso fare per raggiungere il lettore?”. Quindi mi sono inventato #spaparanzatosultuodivano, ovvero una serie di presentazioni a casa delle persone che mi invitavano. Si è rivelato un ottimo esperimento attraverso il quale ho conosciuto gente interessante ed ho potuto parlare con uditori interessati. La fantasia» conclude «la si dovrebbe utilizzare per riempire i vuoti della vita di ogni uomo».
Giovanni Giaccio