«Quante volte vediamo – ha detto papa Francesco durante l’udienza generale di ieri – che durante l’omelia c’è chi si addormenta, altri chiacchierano, o si esce fuori a fumare una sigaretta. Ecco, tutti lo sapete. Quindi sia breve l’omelia, sia ben preparata. – ha ribadito – E come si prepara? Con la preghiera, con lo studio della parola di Dio, e fare una sintesi chiara. E breve. Non deve andare oltre i 10 minuti, no».
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E il giornalista Camillo Langone, su Il Giornale di oggi, a pagina 14, scrive a favore dell’esortazione papale alla brevità delle omelie: «Quante volte vediamo che durante l’omelia c’è chi si addormenta» ha detto Papa Francesco. E fin qui poco male. «Altri chiacchierano, o si esce fuori a fumare una sigaretta». E questo è peggio, perché irrispettoso. Ma il peggio del peggio – dice Langone – è uscire di chiesa per non tornarvi più. Nelle città ci sono tante messe e si può cambiare prete mentre nei piccoli centri il sacerdote che risulta insopportabile, o perché prolisso o perché politicizzato (vorrei che il Papa affrontasse questo ancor più grave problema), può indurre i fedeli meno eroici, o meno sordi, ad abbandonare del tutto la pratica religiosa».