Pubblichiamo di seguito la lettera aperta che il comitato “Il cittadino c’è” scrive al governatore Paolo Frattura per evidenziare il disastro della sanità molisana e chiedere polemicamente la chiusura immediata del “Caracciolo” di Agnone.
Signor Presidente, scriviamo questa lettera aperta per fare con lei alcune riflessioni!
Parlando di sanità pubblica ci viene un sorriso amaro!
Cosa c’è rimasto di pubblico, universalistico e gratuito in questa sanità? Ce lo chiediamo da tempo!
Quando al CUP l’impiegato risponde che ci “sono diversi mesi di attesa, ma a pagamento il suo esame può farlo anche domani!” … e a volte lo esegue lo stesso professionista!
Possibile che non si preveda un accesso diverso per esami urgenti differibili e indagini che per il solo sospetto clinico richiedono tempi stretti per una diagnosi precoce?
Possibile che chi gestisce queste richieste (CUP/PASS) non abbia la possibilità, grazie ad un ascolto attento, di inserire il malato in un percorso dedicato? Basterebbe prevedere accessi ambulatoriali riservati o sedute straordinarie senza troppe lungaggini burocratiche.
Il privato è organizzato da anni con i PAC (Pacchetti Ambulatoriali Complessi), si comprano le prestazioni con poche decine di euro in più, rispetto al ticket, saltando le liste d’attesa. Il pubblico dove ancora farli e se li ha non sono pubblicizzati. In più, visti gli alti costi del ticket regionale l’utenza più informata va fuori regione!
Possibile che con tutti i problemi che si hanno a reperire posti letto il percorso per le dimissioni protette dall’ospedale all’assistenza domiciliare cozzi contro l’ufficio PUA (Punto Unico di Accesso) che dal venerdì (settimana corta!) riapre il lunedì ? E’ logico quindi che le problematiche di intasamento dei Pronto Soccorso si acuiscono ulteriormente nei fine settimana.
Nel piano operativo è prevista per l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) una “quota di compartecipazione alle prestazioni da parte del comune /utente. Crede veramente che le casse dei nostri piccoli comuni possano permettersi queste ulteriori spese?
Visto che si va verso la nuova organizzazione ospedaliera per intensità di cure, si comprende la riduzione delle unità operative complesse, non si comprende un taglio così massiccio dei posti letto nel pubblico.
Si taglia il 27.5% nel pubblico e il 3.2% nel privato. Non vogliamo stare qui a sindacare sull’opportunità o meno di tagliare nel privato. Ci permettiamo di farle notare che altre regioni sono arrivate a questi tagli in maniera graduale (diversi anni), cercando nel tempo di adeguare il sistema non senza difficoltà. Ad oggi anche la Toscana che a detta di alcuni (che riteniamo schierati!) rappresenta un modello da imitare, ha seri problemi a garantire i servizi sanitari nelle aree periferiche montane e nelle isole (vedi Appennino Pistoiese, Grossetano ecc…).
Premesso che a causa della mancanza di personale sanitario, di strutture adeguate nelle quali svolgere attività a volte salvavita (ad es. numero adeguato di sale operatorie, numero adeguato di ambulatori specialistici ecc…) e di macchinari obsoleti nell’organizzazione sanitaria (quando c’è!) viene a crearsi un imbuto che lascia i malati in attesa in un letto per un intervento o un esame diversi giorni, se non settimane e tutto ciò con un aggravio della spesa di degenza.
Si fa rispettosamente notare come la telemedicina per la diagnostica radiologia ad Agnone ad oggi non è mai stata attivata (unico ospedale di area particolarmente disagiata in regione in cui il servizio andava garantito e anche il primo e unico ad essere stato smantellato!) Possibile che i nostri pazienti devono andare su e giù da Isernia nei giorni in cui non è previsto il servizio, o che i loro esami debbano essere portati fisicamente per la lettura al servizio di Isernia? E’ ormai un anno che si subisce questa organizzazione.
E’ a conoscenza da anni, ne abbiamo parlato ad ogni nostro incontro, che nelle ore notturne, e nei fine settimana dalle 14.00 del venerdì alle 08.00 del lunedì non è possibile reperire un pediatra in tutto il territorio Alto Molisano neanche a pagamento!
Se il territorio fosse meglio garantito dalla presenza di un’assistenza sanitaria funzionante non saremmo qui a discutere degli accessi inappropriati ai pronto soccorsi.
Se nell’ Alto Molise in alcuni comuni per l’esiguo numero di cittadini (quasi tutti anziani!) il medico di medicina di base ha l’ambulatorio una, massimo due volte la settimana, si rende conto come sia difficile dare risposte ed intercettare i bisogni di salute di un’utenza che vive isolata.
Ecco perché sig. Presidente abbiamo molte perplessità sull’ultimo piano operativo sanitario e in particolare sull’ospedale di area disagiata che lei ci propone.
Sul DM 70 del 2015 L’ospedale é definito ” ospedale di area particolarmente disagiata”, quell’avverbio vicino all’aggettivo non è lì a caso. Ciò che è descritto nel suo Piano Operativo non è affatto chiaro.
Della medicina non è specificato il tipo di intensità di cura, se bassa o media, bassa intensità è un reparto per post acuzie, gestito da infermieri insieme ai medici di base.
L’assenza di un reparto di chirurgia generale atta a garantire l’emergenza, che a detta di alcuni è sostituita da una chirurgia ambulatoriale complessa, non permette l’osservazione di nessun paziente acuto di tipo chirurgico, vista l’assenza in loco di un anestesista, per poter intervenire d’urgenza, mi permetto di aggiungere che per l’ernia , la varice e la neoformazione è possibile con calma decidere come e quando farli, non si ha la stessa possibilità in caso di emergenza quando tutto è complicato dalla difficoltà a reperire un posto letto, dalle distanze, dalle condizioni delle nostre strade e dalla situazione meteorologica…
L’assenza del reparto di Lungodegenza presente solo negli ospedali per acuti non fa che confermare i nostri dubbi… Ora le chiediamo, dove devono andare i nostri malati oncologici, con patologie o quadri clinici instabili che necessitano di un prolungamento della degenza e gli anziani con pregresse fratture di femore a fare riabilitazione?
Non vedo quindi cosa si intende per ospedale di area disagiata… se questa struttura non è configurata secondo il DM 70/2015, se non è una struttura per acuti, se non serve a tutelare la nostra gente ma a mantenere lo status quo fino al prossimo piano operativo, quando sarà smantellata perché morta per consunzione, le chiediamo di avere il coraggio e gli attributi di chiuderla ora!
Sa meglio di noi che la fascia sociale a basso reddito della popolazione molisana aumenta ogni giorno di più.
Sono tante le famiglie in sofferenza e soprattutto tanti anziani che rinunciano alle cure! …e la percentuale aumenta quando si vive in un territorio come l’Alto Molise. Dove addirittura alcuni comuni sono sprovvisti di collegamenti diretti con il capoluogo di regione.
Riflettere, discutere e dialogare aiuta a comprendere posizioni e situazioni, a chiarire punti di vista, a trovare chiavi di lettura. … ci auguriamo che si arrivi a trovare un punto d’incontro.
IL CITTADINO C’E’.