Non c’è ancora nulla di ufficiale, nel senso che nessuno ha ancora messo nero su bianco la proposta rendendola pubblica, ma negli ambienti venatori abruzzesi si registra un certo subbuglio dopo l’inutile ok da parte della Regione alla riattivazione delle operazioni di controllo contro il proliferare dei cinghiali.
Nei giorni scorsi gli uffici regionali competenti per materia hanno comunicato ai comandi della Polizia provinciale che «l’attività di controllo dei cinghiali, in quanto intervento di pubblica utilità, potrà essere esercitate nell’ambito del territorio provinciale da tutti i soggetti autorizzati, anche oltre le ore 22». Di fatto la determina firmata dalla direttrice del dipartimento regionale Elena Sico non produrrà effetti concreti, perché i famosi “soggetti autorizzati” sono una manciata di persone. Ma l’ok solo teorico alle operazioni di controllo, una ovvia necessità utilizzata anche da altre regioni d’Italia per difendere le colture agricole dalle razzie dei cinghiali, è bastato per mandare su tutte le furie i cinghialai, cioè i cacciatori di cinghiali in forma collettiva, coloro che praticano la braccata.
E infatti proprio i cinghialai si sono attivati e stanno propalando una sorta di petizione per «boicottare la caccia di selezione e il selecontrollo se non ci daranno la possibilità di recuperare i giorni persi». Il riferimento ai giorni persi è collegato alla sospensione dell’attività venatoria in Abruzzo da quando tutto il territorio, con ordinanza del Governatore Marsilio, è diventato “zona rossa“. Le associazioni venatorie, quasi unanimemente, hanno chiesto alla Regione di poter recuperare a gennaio o a febbraio i giorni di caccia persi a causa delle limitazioni imposte dalla zona rossa.
La Regione, al momento, non ha dato cenno di risposta e dunque i cacciatori di cinghiali in squadra minacciano di sabotare, come in realtà già di fatto avviene a livello operativo da tempo, la caccia di selezione e le operazioni di controllo gestite dalla Polizia provinciale. E sta girando, sulle varie chat di cinghialai, del Vastese in particolare, un primo documento da firmare a cura dei capisquadra e dei singoli selecontrollori di ciascuna squadra. In sostanza con la firma si chiede all’Atc di non assegnare il piano di prelievo alla squadra e quindi di rinunciare all’assegnazione delle fascette autorizzative. Già, perché in Abruzzo c’è questa paradossale stranezza, dolosamente voluta, per la quale la caccia di selezione è gestita dalle squadre in braccata.
Posizione chiara: se la Regione Abruzzo non farà recuperare i giorni di braccata persi, che a conti fatti sono solo nove, le squadre non saranno collaborative per quanto riguarda gli abbattimenti in selezione e in controllo. L’assessore alla Caccia, Emanuele Imprudente, è avvisato.
Francesco Bottone
tel: 3282757011
Francesco Bottone da come scrivi sembra che in Abruzzo ci sia o ci sia stato un governo regionale pro caccia, quando invece i cacciatori vengono vessati con calendari farsa e contro legge da almeno vent’anni!!