Gli artisti non muoiono mai, perché la loro arte rimarrà in eterno. E’ questa la consolante frase che risuona nella mente e nel cuore di ogni agnonese e di ogni molisano. Un luogo comune, certo, forse solo consolatorio, ma è la sola cosa, insieme alla fede per chi ce l’ha, che riesce a dare un senso a quanto accaduto. Da ogni parte del Molise, ma anche dal resto d’Italia, nel pomeriggio di ieri, ad affollare la pur capiente chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli e gli spazi al suo esterno, migliaia di persone hanno voluto rendere omaggio e salutare, per l’ultima volta, l’attrice Paola Cerimele. Un lungo applauso, strabordante di affetto misto ancora all’incredulità e forse anche alla rabbia, ha accompagnato l’uscita del feretro dall’edificio sacro, portato a spalla dagli amici d’infanzia, quelli di sempre, coperto da bianchissimi fiori, degni di una diva.
Le esequie, concelebrate dal parroco, don Onofrio Di Lazzaro, insieme a don Francesco Martino e altri due sacerdoti, per rendere ancor più solenne il rito, hanno chiuso la lunga e straziante settimana che ha preso il via in quel maledetto pomeriggio, quando le sirene dei Vigili del fuoco, proprio del distaccamento di Agnone, hanno raggiunto il luogo del terribile impatto in territorio abruzzese, appena al di là del confine. Quasi che una regia più alta e invisibile abbia voluto che a prestare i primi soccorsi, purtroppo vani, a Paola Cerimele, fossero le braccia, le menti e i cuori dei Vigili del fuoco della “sua” Agnone. Tra quegli uomini in divisa, in lacrime, anche amici di infanzia di Paola. Per i credenti il funerale è il momento del passaggio, del distacco, anche del dolore, ma attutito dalla speranza della resurrezione e di una vita che va oltre la morte, come lo stesso Cristo ha dimostrato spostando l’enorme masso e uscendo dal sepolcro il terzo giorno dopo il Calvario. Quel Calvario sul quale invece l’intera comunità di Agnone è ancora inchiodata, sofferente, insieme al resto del Molise e al mondo della cultura e dell’arte di tutta Italia.
Il parroco, don Onofrio Di Lazzaro, con la voce rotta dall’emozione, ha ripercorso la vita di Paola Cerimele e la sua sfolgorante carriera artistica, dai suoi primi passi nel mondo della recitazione mossi proprio in parrocchia. Dalle piccole recite provate e riprovate in sagrestia, tra risate e qualche bicchiere di aranciata, ai più prestigiosi palcoscenici nazionali e al cinema, al grande e al piccolo schermo. «Tanti sipari si sono chiusi dopo le tue recitazioni, – ha detto nel corso dell’omelia il parroco – ora sei salita in Cielo, su un palcoscenico dove il sipario non calerà mai, perché è diretto da un regista e un artista divino, il solo in grado di darci la forza per andare avanti».
Al termine del rito funebre ha avuto la forza di prendere la parola, in un stremo atto d’amore viscerale, la sorella di Paola, Giovanna Marinelli. «Ti ho vista nascere, ti ho tenuta in braccio, ti ho cambiato i pannolini quando ero dodicenne. A soli tredici anni decidesti di andare in America con il gruppo folkloristico, il primo di tanti viaggi. Al liceo sono stata tua docente di matematica e fisica, poi la scelta universitaria, fatta senza alcun dubbio o esitazione: volevi fare recitazione. E dopo il diploma è iniziata la tua carriera di attrice. Non hai mai perso l’entusiasmo e la fiducia, neanche nei momenti difficili che tutti hanno, fino a quando con il tuo amato Lello avete aperto la scuola di recitazione, il vostro sogno realizzato. Portare in scena tutti, dai cinque ai novanta anni, questo è stato sempre il vostro obiettivo primario. Ed ecco che il destino si accanisce contro una coppia che condivideva tutto, come due adolescenti innamorati fino a qualche sera fa. Adesso la tua sorellona è qui a parlare di quello che è accaduto. No, non è possibile! Non è vero, è tutto un incubo. Purtroppo non è così. Dobbiamo tutti quanti imparare a camminare, da ora in avanti, senza di te, ma tu da lassù, dove ora sei insieme a mamma e papà, devi aiutare il tuo amato Lello ad affrontare la vita senza di te. Per lui non sarà affatto facile, dagli tu la forza e dalla anche a tutti noi. Ciao sorellina, ti ho voluto e sempre ti vorrò un mondo di bene». L’emozione e le lacrime coperte da un lungo interminabile applauso, come di quelli che venivano tributati a teatro fino a pochi giorni fa proprio a Paola.
«Ci ha sempre regalato enormi sorrisi, – ha ricordato in chiusura la nipote Denise Marinelli – ma ci hai anche rimproverato quando facevamo qualche stupidaggine. Noi ci fidavamo di te e tu eri fiera di noi, come noi lo siamo sempre stati di te. Adesso sei volata via, custode dei nostri segreti, ciao zia meravigliosa, possa il tuo illuminante sorriso guidarci ogni giorno. Con immenso amore, i tuoi nipoti».
Francesco Bottone