Una grande occasione è stata sprecata, quella di trasformare l’ospedale “Caracciolo” di Agnone in un covid hospital come avvenuto nella vicina Atessa, appena al di là del confine con l’Abruzzo, ma comunque qualche spiraglio positivo rispetto alle sorti del nosocomio altomolisano si intravede. Sono infatti giunti finalmente a destinazione e hanno preso servizio presso il reparto di Medicina dell’ospedale di Agnone i due medici risultati vincitori del concorso bandito dall’Asrem nei mesi scorsi. Un concorso ingarbugliato nel suo iter burocratico da un grossolano errore procedurale, la mancata convocazione di alcuni aspiranti, che ha rischiato di inficiarne il risultato. Una pagina tragicomica, l’ennesima per l’ospedale di montagna, che pare sia stata girata e messa da parte una volta per sempre. Luciano D’Agostino, medico già in servizio in passato presso il “Caracciolo, e Veronica Giaccio sono i due professionisti che presteranno la loro opera presso il reparto di Medicina. Una boccata d’ossigeno per un ospedale dimenticato dalla politica regionale e dalla stessa Asrem.
Un ospedale di area disagiata che invece proprio in un periodo di emergenza sanitaria avrebbe potuto vivere una sorta di rinascita. Non è fantascienza, ma è esattamente quello che è accaduto in un altro ospedale di area disagiata, ma in Abruzzo, lungo la vallata del Sangro. Il “San Camillo de Lellis” di Atessa, molto simile per utenza e strutture al “San Francesco Caracciolo” di Agnone, è stato individuato dalla dirigenza della Asl locale, come covid hospital appunto. Al momento ad Atessa sono stati già assegnati 15 infermieri, 9 operatori socio sanitari e 13 medici, ma la dotazione di personale sarà ampliata proporzionalmente al numero dei pazienti covid ricoverati, hanno spiegato dalla Asl. E il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, l’omologo di Florenzano, ha disposto l’acquisto di una Tac 64 strati, accantonando l’ipotesi iniziale di un noleggio: «Desidero che una tecnologia così evoluta resti un investimento per il territorio, che, a emergenza finita, rappresenterà per tutti una grande opportunità di diagnostica avanzata».
Una apparecchiatura diagnostica sofisticata e un plotone di medici, infermieri e operatori socio sanitari, questi i numeri per Atessa che surclassano i due medici, sia pure benedetti, che sono giunti al “Caracciolo” di Agnone. Per l’Alto Molise, come al solito, non c’è stata né la volontà politica, né una decisione aziendale di puntare al potenziamento dell’ospedale, preferendo dare il contentino dei due medici in Medicina. Sulla intera vicenda ha pesato l’assenza di una guida politica in Comune, visto che il sindaco Marcovecchio, che in realtà non sarà ricordato come uno strenuo difensore del “Caracciolo”, è stato mandato a casa prima del tempo con una imboscata trasversale. Decisamente una occasione sprecata, come si diceva all’inizio, che ha molti corresponsabili.
Francesco Bottone