CASTIGLIONE MESSER MARINO – Meningite a Castiglione, profilassi e psicosi: scoppia il caso.
«Un plauso alla nostra pediatra la dott.ssa Silvana Di Palma che ancora una volta si è messa in prima linea a tutela della salute dei nostri figli. Con grande professionalità e disponibilità ha supportato con cure mediche i bambini e con le parole i genitori. I protocolli? Quando è a rischio la protezione della salute dei più piccoli nulla è mai troppo per cui grazie ancora. E poi consentitemi la nostra dottoressa fino ad un anno fa somministrava i vaccini ai nostri figli nei modi e nei tempi opportuni poi i protocolli o megli i regolamenti sono stati applicati alla lettera per cui non c’è stata più la possibilità di somministrare i vaccini nei tempi e nei modi consoni alla salute dei nostri figli e le conseguenze le abbiamo costatate oggi. Grazie Dottoressa».
E’ il post pubblicato on line su Facebook da una mamma di Castiglione Messer Marino in difesa dell’operato della pediatra del posto per come ha gestito l’emergenza scatenata dal caso del bimbo affetto da meningite. Una difesa inutile, perché nessuno ha attaccato la pediatra. Spieghiamo.
La presa di posizione della mamma è stata, evidentemente, una replica all’intervento del pediatra Italo Marinelli, anche se la genitrice non cita mai il professionista o l’articolo in questione. Il medico agnonese ha detto una ovvietà dal punto di vista scientifico e anche logico: cinquecento e più dosi di farmaco per la profilassi sono una esagerazione, e non hanno alcuna giustificazione medica, perché corrispondono a quasi metà della popolazione di Castiglione. Ma il suo intervento è stato forse erroneamente interpretato come una critica all’operato della collega pediatra Di Palma.
Chi scrive notoriamente non è un medico e in questioni di malattie infettive è ovviamente ignorante ed assolutamente incompetente, ma non c’è bisogno di avere una laurea in medicina per capire, usando semplicemente la logica, che quello che dice Marinelli è assolutamente fondato e soprattutto in linea con le guide indicate dalle autorità sanitarie internazionali (basta saper leggere, ndr).
Non è la dottoressa Di Palma l’obiettivo della critica, sia chiaro una volta per tutte. La pediatra infatti ha avviato la profilassi su una cinquantina o forse sessanta bambini e soprattutto ha salvato probabilmente l’ennesima vita centrando rapidamente una diagnosi.
Ma dalle sessanta dosi di antibiotico della pediatra alle cinque o seicento somministrate presso la farmacia di Castiglione c’è un abisso, quello che separa l’approccio cientifico dalla psicosi collettiva. Parliamo di più di dieci volte tanto, praticamente una profilassi di massa. E’ quello, e non la profilassi fatta giustamente dalla pediatra, il frutto della psicosi. Sono quelle cinque o seicento dosi di rocefin o di ciproxin ad essere state criticate dal pediatra Marinelli. E’ chiarissimo.
E’ pur vero, invece, che dietro quelle cinque o seicento somministrazioni di antibiotico ci sono altrettante prescrizioni mediche (ovviamente NON della pediatra, ma dei medici che hanno in cura gli adulti, ndr) .
Francesco Bottone
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