AGNONE. I cinque uffici di patronato attualmente presenti ad Agnone rischiano la chiusura. E’ quanto denuncia in una nota stampa Nicola Valentino, responsabile del patronato Inca-Cgil di Agnone. Il rischio deriva dai 150 milioni di tagli all’esame del Parlamento.
La legge di stabilità, attualmente all’esame da Parlamento – scrive Valentino – contiene un taglio insostenibile al Fondo patronati, che, di fatto, cancella ogni possibilità di continuare a svolgere il lavoro di tutela previdenziale e assistenziale attualmente svolta gratuitamente a favore dei cittadini.
150 milioni di euro in meno – prosegue – significano una riduzione del 35% delle risorse complessive date al Fondo patronati. Una cifra enorme, che avrebbe delle ricadute significative anche sul piano occupazionale, mettendo a rischio i posti di lavoro di migliaia di operatori, che quotidianamente assicurano l’assistenza ai cittadini nel rapporto con la pubblica amministrazione.
Di fatto si determinerebbe la chiusura di gran parte dei presidi presenti sul territorio, ad iniziare dalle aree periferiche. Per la città di Agnone, il taglio significherebbe la chiusura certa di tutti i cinque uffici di patronato attualmente presenti.
I patronati rappresentano un pezzo fondamentale del welfare pubblico e svolgono un lavoro socialmente prezioso – sottolinea ancora Nicola Nero – senza il quale soprattutto tutte le persone rischiano di essere date in pasto al mercato dei faccendieri senza scrupoli che, spesso, con una buona dose di cinismo si fanno pagare prestazioni finora garantite in modo gratuito da questi istituti.
Sono oltre 100 le prestazioni sociali e previdenziali per le quali il Patronato assiste gratuitamente il cittadino in tutto l’iter amministrativo; per questo ogni anno milioni di persone vi si rivolgono trovando, in Italia e all’estero, disponibilità, impegno e competenza professionale.
Soltanto qualche giorno fa in occasione della presentazione del bilancio sociale dell’Istituto previdenziale, è stato sottolineato che, senza l’attività dei patronati, la pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6 mila uffici permanenti e per l’Inps, questo si tradurrebbe in un aumento degli organici di 5.350 unità. In termini economici, il sistema dei patronati garantisce un risparmio annuo di 564 milioni di euro per l’Inps occorrenti per garantire annualmente gli stessi servizi.
Per contrastare questa scellerata decisione – conclude la nota – gli Istituti di Patronato INCA CGIL, INAS CISL, ITAL UIL e ACLI, hanno promosso una petizione popolare da presentare al governo di cui riportiamo il testo:
Il Governo taglia le risorse per i Patronati con gravi conseguenze sulla tutela dei diritti dei cittadini. Un taglio di 150 milioni di euro con la riduzione dell’aliquota allo 0,148% sul monte contributi dei lavoratori dipendenti, a fronte di un servizio che ogni anno fa risparmiare alla Pubblica Amministrazione 657 milioni di euro. Lo Stato sarà in grado di garantire gli stessi livelli di assistenza e servizi offerti dai Patronati alla collettività?
Con la legge di stabilità proposta dal Governo, si vuole fare cassa con i contributi sociali, mettendo le mani sui soldi dei lavoratori.
Questa proposta è inaccettabile!
A causa della riduzione dei fondi, i Patronati non potranno più garantire un servizio gratuito. L’uguaglianza d’accesso ai diritti sarà cancellata. È una grave mancanza di attenzione al Paese reale. La politica dovrebbe tagliare gli sprechi, non ridurre i diritti dei cittadini.
I CITTADINI chiedono al Governo una revisione del taglio, al fine di salvaguardare il servizio di pubblica utilità offerto dai Patronati, come affermato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 42/2000 e previsto dalla legge 152/2001.
L’appello è sottoscrivibile on-line: http://www.tituteliamo.it/inca-la-petizione-no-ai-tagli-ai-patronati/