«Se di baleni il simbolo d’argento sulla mia fronte ai raggi guizzerà, e la Bandiera a raffiche di vento nel tripudio di luci ondeggerà, allor più ardente delle tue legioni un grido solo a Te si leverà, o nostra stella, che nel ciel risuoni giuramento d’amore e fedeltà». Sono le parole dell’inno alla Virgo Fidelis, la celeste protettrice dei Carabinieri, proclamate, o meglio cantate dall’appuntato Sobrino Coppetelli in alta uniforme, nel corso delle celebrazioni di oggi pomeriggio presso la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli in Agnone.
I Carabinieri della locale compagnia, in servizio e in congedo, affiancati dai colleghi della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco, hanno celebrato la giornata dedicata alla Virgo Fidelis, patrona dell’Arma sin dal 1949 per volere di Papa Pio XII, nonché l’81° anniversario della battaglia di Culqualber e la “Giornata dell’Orfano”, alla presenza del sindaco di Agnone, Daniele Saia, e degli altri sindaci, in fascia tricolore, dei vari Comuni dell’Alto Molise.
Fedeltà, abnegazione, obbedienza, dedizione al servizio, «usi obbedir tacendo» sono le parole risuonate nella chiesa francescana per bocca del parroco don Onofrio Di Lazzaro, concetti che indentificano la «missione» del Carabiniere, militare «nei secoli fedele».
Il comandante della compagnia, il maggiore Carlo Alberto Evangelista, nel corso del suo breve intervento, ha ringraziato i suoi uomini e donne in divisa che quotidianamente e capillarmente, quasi sempre in silenzio, assicurano la convivenza civile e l’esercizio delle libertà costituzionali che spesso appaiono scontate ai cittadini, ma che invece implicano un enorme sforzo da parte di chi veste, con disciplina e onore, gli alamari.
Il maggiore comandante si è soffermato sulla rappresentazione figurativa della Virgo Fidelis, una madre dall’amorevole sguardo rivolto verso la Bibbia e la fiamma, simbolo dell’Arma, sempre ardente. Una mano sul cuore, il volto di profilo ed il posizionamento del velo che, invece di coprire, evidenzia l’orecchio scoperto che simboleggia la propensione all’ascolto tipica dei Carabinieri. Simbolo della capacità sociale di prossimità e vicinanza al cittadino dell’Arma, da secoli vicina e accanto al debole, alla vittima dei soprusi e delle angherie, agli ultimi della società.
I Carabinieri parlano con i cittadini, la gente parla con i Carabinieri come se fossero dei «confessori laici» propensi ad una innata riservatezza. Eventi come questi celebrati nel pomeriggio di oggi ad Agnone rinsaldano il legame tra lo Stato, materializzato in sintesi nell’uniforme dei Carabinieri, e i cittadini stessi.
Francesco Bottone