AGNONE. Portano i nomi di Gabriele, Raffaele, Michele, Maurizio, Mario, Alessio, Concezio, Tommy, Riccardo, Filippo, Luca, Andrea, Angelo, William, Gaetano, Paolo. Sono i volontari che martello, pinze, trapano e pennello alla mano, hanno deciso di ridare una nuova vita alla villetta del rione Maiella. Un’azione portata avanti con decisione e tanta buona volontà che negli ultimi giorni ha attirato le attenzioni dell’opinione pubblica. Dapprima hanno ripulito, seminato e di fatto adottato l’aria verde circostante la villa, dopodiché, grazie alla disponibilità del Comune di Agnone, hanno risistemato i giochi per bambini. Scivoli, altalene, molle, ridotte in cattivissimo stato e riesumate dall’ex mercato coperto dove giacevano da anni. Senza preoccuparsi di ciò, li hanno riportati alla luce riconsegnandogli un’anima.
Un lavoro certosino e fatto in silenzio senza fondi o sponsor pubblici che, nell’arco di qualche giorno, ha portato i frutti sperati. Titolo dell’impresa: come rinasce una villa e i suoi giochi. Attori protagonisti: i ragazzi di Maiella (per un istante omettiamo il certificato anagrafico di qualcuno). Regista: la voglia matta del bene comune. Per completare l’opera manca l’installazione del nuovo tappeto in sintetico e la riattivazione delle luce pubblica. Bazzecole rispetto a quanto già fatto che impegnerà l’amministrazione comunale a dare una mano concreta all’ultimazione dell’opera. E’ così sconfitto il luogo comune di chi ve lo fa fare dando uno schiaffo morale a quanti si riempiono la bocca di polemiche senza mai metterci faccia e braccia in prima persona. Contrariamente i ragazzi di Maiella hanno dimostrato con passione e sacrificio che nulla è impossibile trasformando uno spazio degradato in un luogo di incontro e giochi per i più piccoli. Si tratta di una goccia in mezzo ad un oceano di problemi che al tempo stesso vuole fungere da esempio per altre situazione simili. Ed ecco allora che le parole di John Fitzgerald Kennedy nel giorno del suo insediamento alla Casa Bianca riecheggiano come non mai: “Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”. Chapeau.