Mentre la politica fa quadrato sul tema della tutela dello status di ospedale di area disagiata, parte una mobilitazione dal basso, da parte della popolazione. Si sta organizzando, infatti, su tutto il territorio dell’Alto Molise, una protesta collettiva per la salvaguardia dell’ospedale “Caracciolo” da estendere e condividere anche con tutti i paesi dell’Alto Vastese.

«Non c’è più tempo!», questo il nome del “manifesto” ideato dai promotori della mobilitazione di massa. «Noi cittadini ci opponiamo con forza e determinazione agli ultimi atti della Regione Molise, tesi a cancellare i diritti costituzionali dei cittadini dell’Alto Molise, in un progetto di sistematico depauperamento del territorio, che vìola ogni principio della nostra Costituzione. – si legge nel documento già sottoscritto da centinaia di cittadini altomolisani – Dopo l’accorpamento degli ambiti sociali, già deliberata dal Consiglio Regionale, la chiusura del Gruppo di Azione Locale, arriva la bozza del nuovo Piano Operativo Sanitario predisposto dal Commissario ad Acta, dal Sub Commissario e dal Direttore generale della Salute e già inviata al Ministero della Salute, in cui l’ospedale di area disagiata sarà riconvertito in ospedale di comunità, dopo il progressivo smantellamento di fatto, avvenuto sotto gli occhi dei cittadini, nell’inerzia generale e con la scusante della diffusa crisi della carenza dei medici. Il riconoscimento di ospedale di area disagiata avrebbe dovuto rappresentare un punto di partenza per costruire una solida rete di collaborazione interregionale, con accordi di confine che avrebbero garantito la sopravvivenza e il funzionamento di un servizio vitale per tutti i comuni dell’area altomolisana e dell’altovastese. Il progetto è stato, invece, colpevolmente abbandonato».

«Non c’è più tempo! – continua il manifesto – Il mantenimento del riconoscimento di ospedale di area disagiata è vitale per garantire il diritto alla salute, nel rispetto dei dettami della Costituzione. Ricordiamo come già in passato si sono svolte manifestazioni di protesta con la Vertenza per non morire (1993), il progetto Almosava (2012) e Il cittadino c’è (2016), in cui si chiedeva con forza di ripristinare le diverse attività ospedaliere per il benefico di tutta la popolazione. Chiediamo dunque a tutti i cittadini del nostro territorio, insieme a tutti i sindaci dei paesi interessati, di intervenire all’incontro pubblico che si terrà ad Agnone il giorno 27 settembre alle ore 11 in Piazza Unità d’Italia durante il quale si tratteranno le suddette tematiche e si deciderà il giorno in cui partecipare con tutti i sindaci coinvolti ad una manifestazione di protesta presso la sede del Consiglio Regionale a Campobasso.

Convocando nel frattempo Consigli Comunali di urgenza per deliberare l’opposizione alla riconversione ad Ospedale di Comunità e la necessità del mantenimento dello stesso come Ospedale di Area particolarmente disagiata e inviare le stesse, al Tavolo Tecnico, ai Ministeri della Economia e della Salute, alla Struttura commissariale e alla Regione Molise». «E’ giunto infatti il momento di rivendicare tutti insieme i nostri diritti e le nostre esigenze – chiude il manifesto – per impedire la chiusura dell’ospedale e pretendere invece una sua concreta ristrutturazione al fine di garantire una volta per tutte quella vera assistenza sanitaria di cui tutti abbiamo bisogno».