Scortato dalla vice prefetto Giuseppina Ferri, il commissario alla Sanità del Molise, Angelo Giustini, ha fatto visita, ieri mattina, all’ospedale “Caracciolo” di Agnone. Il commissario ha visitato i reparti, incontrato il personale in servizio e avuto un breve colloquio con alcuni esponenti politici di zona.
«Per quella che è la situazione attuale della sanità nel resto del paese, – ha spiegato il commissario al termine della visita – questa struttura è davvero un gioiello. Non c’è altro da dire. Ho visitato i reparti, incontrato il personale, osservato i macchinari in dotazione. Speriamo che etichettandolo come ospedale di area disagiata rimanga a servizio del territorio, però migliorato e potenziato dal punto di vista del personale e della tecnologia». Insomma, l’ospedale di montagna è un gioiello, ma come tutti i gioielli è inutile. A meno che al suo interno non ci sia personale e macchinari in grado di offrire servizi sanitari all’utenza. «Serve personale», è questa la fantasmagorica scoperta fatta dal commissario Giustini. Come se gli agnonesi non lo sapessero già.
In merito ai costi di gestione del “Caracciolo”, meno del 5 per cento della spesa sanitaria regionale negli anni scorsi, il commissario Giustini è stato chiaro: «Mi riservo di controllare e leggere i documenti prima di esprimere qualsiasi parere. Altrimenti rischierei di dire qualcosa di non appropriato. In settimana controllerò i documenti e cercherò di dare una risposta su questo aspetto economico».
Ultima battuta di Giustini, prima di lasciare l’ospedale di Agnone, sugli ormai famigerati accordi di confine con l’Abruzzo. Pare che il commissario abbia avuto più di un contatto con i vertici della sanità abruzzese, sia con l’assessore regionale Nicoletta Verì, che tra l’altro è della stessa parte politica di Giustini, sia con i manager delle Asl del Chietino e de L’Aquila.
«Confermo di aver chiesto un maggiore impegno all’Abruzzo per l’ospedale “Caracciolo”. – ha aggiunto in chiusura il commissario – Anche questa mattina, venendo qui ad Agnone, ho sentito telefonicamente il direttore generale delle Asl abruzzesi interessate territorialmente. Da tempo teniamo rapporti e interlocuzioni su questi famosi accordi di confine. E’ sicuramente una collaborazione interessante e vantaggiosa per l’Alto Molise. Ci sarà? Non ci sarà? Vedremo. Perché, al di là degli accordi che possiamo sottoscrivere tra Abruzzo e Molise, il tutto va ricondotto alla politica sanitaria nazionale». Per la serie, tutte le decisioni prese a Campobasso o in Abruzzo devono necessariamente essere avallate a Roma.
Francesco Bottone