ISERNIA – Con la celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione dei Vescovi, e concelebrata da Mons. Camillo Cibotti, vescovo diocesano, Mons. Giancarlo Bregantini, Arcivescovo di Campobasso, insieme ad altri vescovi della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana, e a circa una ottantina di sacerdoti diocesani e provenienti dalle diocesi vicine, si è concluso, nella serata di ieri, anniversario dell’Elevazione al Soglio Pontificio di Papa Celestino V, lo speciale Anno Giubilare Celestiniano, indetto il 5 luglio 2014 a Isernia da Papa Francescco. Un anno, come ha sottolienato Mons. Cibotti nel suo saluto di accoglienza al Cardinale, di «straordinaria intensità durante il quale la nostra Cattedrale è stata sperimentata da tantissimi fedeli come luogo di misericordia e di perdono».
Molte le autorità civili e militari presenti alla celebrazione, molti anche i fedeli, nonostante il caldo torrido.
Il Cardinale Ouellet, nella sua omelia si è detto «grato per aver potuto condividere con il popolo di Isernia un tratto, seppure brevissimo, del suo cammino cristiano». Si è poi chiesto, dopo averne tracciato brevemente un profilo biografico, cosa possa significare per noi oggi, dopo ottocento anni, guardare a Pietro Celestino, quale possibile ispirazione?
Ha risposto, proponendo il suo esempio di «uomo ancorato alla croce di Cristo, che costituì sempre il centro della sua vita e da cui trasse vigore nei momenti aspri della sua esperienza cristiana».
«E’ necessario – ha sottolineato l’alto Prelato – che anche noi sappiamo rimanere ancorati a Cristo nel confronto con il cambiamento epocale che stiamo vivendo e che mette a dura prova i valori cristiani della nostra esistenza, avvolgendo tutto nella spesso confusa cultura globale.
La misericordia, che ha animato l’intera vita di Pietro dal Morrone, è profezia di un mondo nuovo, Celestino è profeta anche per il nostro tempo, il suo messaggio è più che mai attuale. Dal suo esempio impariamo che chi ha in sé vita genera e produce vita. L’anno Giubilare – come già aveva insegnato Papa Francesco in occasione dell’indizione – non è una fuga, né un ritrarsi, ma la risposta all’ansia del uomo del nostro tempo che viene direttamente dal Vangelo».
Due lapidi hanno poi puntellato questo avvenimento, entrambe scoperte e benedette dal Cardinale: una in Cattedrale, quella commemorativa dell’Anno Giubilare, l’altra in Piazza Andrea d’Isernia, commemorativa della visita di Papa Francesco alla città di Isernia.
Questa mattina in Cattedrale si compirà l’ultimissimo atto dell’Anno Giubilare: dopo la Liturgia della Parola, presieduta da Mons. Cibotti, il Corpo di San Pietro Celestino sarà accompagnato processionalemente lungo corso Marcelli, per poi fare ritorno a l’Aquila, scorato dai Vigili del fuoco. Così anche la reliquia del cuore che invece farà ritorno a Frosinone.